Scena: 18,10 scattano i 500 metri a ostacoli per timbrare l’uscita, zaino sulle spalle, altri 500 metri a ostacoli per arrivare al motorino; mi avvio verso il centro. Il traffico è ancora abbastanza veloce, certo ai semafori c’è il solito caos che ostruisce anche i più piccoli pertugi, ma tutto sommato si cammina.
Devo riconsegnare un libro in biblioteca, ho i minuti contati chiude alle 19!
Non ho possibilità di scorciatoie o di percorsi alternativi, almeno per quel che riguarda il primo tratto. Ma quanti semafori, e tutti rossi!
Oltrepasso il fiume, che segna idealmente l’inizio del centro cittadino, conscia che sia possibile arrivare per tempo. Idealmente mi costruisco anche tutta una serie di mappe mentali molto personali, avendo difficoltà a distinguere la destra dalla sinistra sono una serie di giro di là, scendo giù, rigiro dall’altra parte.
Posso farcela, posso farcela!
Ma ecco che a pochi metri dal mio primo “giro di là”, mi trovo una deviazione, non posso girare a destra.
Non mi resta che seguire il flusso e scoprire quali sorprendenti deviazioni dovrò seguire. Percorro tratti di strada abitualmente riservati al traffico pubblico, ma io ora dovrei girare di là!
Ok, sangue freddo, volendo potrei lasciare il motorino da qualche parte e andare a piedi, probabilmente farei prima, ma mentre elaboro quest’idea, ho la spiacevole percezione di essere in ritardo sull’esecuzione dell’azione, sono costretta ad andare avanti, a proseguire. Facendo un piccolo slalom tra 2 stradine mi immetto nel cuore della città, che stranamente, per questo periodo, è ferma come in una giornata piovosa d’inverno. Agitata, ma non lo devo dare a vedere, è questa la prima regola per sopravvivere al traffico, mi guardo intorno, e scopro che stanno facendo dei lavori sulla pavimentazione della strada. Ecco il perché delle deviazioni. Ecco il perché di transenne che limitano lo spazio transitabile, e fanno un ulteriore imbuto, al già abituale imbuto, alla viabilità. Ecco il perché di tutto questo casino
Come le macchinine dei clown al circo, faccio un giro di 360 gradi intorno alla piazza.
Devo riconsegnare un libro in biblioteca, ho i minuti contati chiude alle 19!
Non ho possibilità di scorciatoie o di percorsi alternativi, almeno per quel che riguarda il primo tratto. Ma quanti semafori, e tutti rossi!
Oltrepasso il fiume, che segna idealmente l’inizio del centro cittadino, conscia che sia possibile arrivare per tempo. Idealmente mi costruisco anche tutta una serie di mappe mentali molto personali, avendo difficoltà a distinguere la destra dalla sinistra sono una serie di giro di là, scendo giù, rigiro dall’altra parte.
Posso farcela, posso farcela!
Ma ecco che a pochi metri dal mio primo “giro di là”, mi trovo una deviazione, non posso girare a destra.
Non mi resta che seguire il flusso e scoprire quali sorprendenti deviazioni dovrò seguire. Percorro tratti di strada abitualmente riservati al traffico pubblico, ma io ora dovrei girare di là!
Ok, sangue freddo, volendo potrei lasciare il motorino da qualche parte e andare a piedi, probabilmente farei prima, ma mentre elaboro quest’idea, ho la spiacevole percezione di essere in ritardo sull’esecuzione dell’azione, sono costretta ad andare avanti, a proseguire. Facendo un piccolo slalom tra 2 stradine mi immetto nel cuore della città, che stranamente, per questo periodo, è ferma come in una giornata piovosa d’inverno. Agitata, ma non lo devo dare a vedere, è questa la prima regola per sopravvivere al traffico, mi guardo intorno, e scopro che stanno facendo dei lavori sulla pavimentazione della strada. Ecco il perché delle deviazioni. Ecco il perché di transenne che limitano lo spazio transitabile, e fanno un ulteriore imbuto, al già abituale imbuto, alla viabilità. Ecco il perché di tutto questo casino
Come le macchinine dei clown al circo, faccio un giro di 360 gradi intorno alla piazza.
Gli autobus passano a stento dentro le strettoie e fermano tutto quello che hanno dietro. Le poche macchine, rallentano, fanno fatica, a camminare, io procedo a sussulti.
Sicuramente dalla prossima settimana tornerà il solito traffico lavorativo, quello pesante. E allora sì, sarà veramente difficile muoversi. E’ vero che con il caldo si lavora male, però neppure hanno provato a prendere in considerazione l’ipotesi, e nel deserto di luglio e agosto i lavori sarebbe risultati più indolori per i cittadini.
Alla fine del mio vagare sono arrivata in biblioteca che ovviamente era chiusa. Era chiusa però dalle 15 (orario estivo).
Sicuramente dalla prossima settimana tornerà il solito traffico lavorativo, quello pesante. E allora sì, sarà veramente difficile muoversi. E’ vero che con il caldo si lavora male, però neppure hanno provato a prendere in considerazione l’ipotesi, e nel deserto di luglio e agosto i lavori sarebbe risultati più indolori per i cittadini.
Alla fine del mio vagare sono arrivata in biblioteca che ovviamente era chiusa. Era chiusa però dalle 15 (orario estivo).