lunedì 31 dicembre 2007

Buoni propositi


L'anno che sta arrivando tra un anno passerà ed io mi sto preparando:è questa la novità.


Tra poche ore il 2007 finirà, lasciandosi alle spalle tutto quello che è stato e tanti ricordi nella nostra memoria. Facendo un rapido consuntivo, posso affermare che il mio 2007 è stato mediocre, niente di particolare, ma tutto sommato i momenti pesanti sono passati in fretta; e poi che dire, nel 2007 ho aperto il mio blog (e visto che non l’ho mai fatto, volevo ringraziare la persona che mi ha convinto, e non è stata una cosa semplice, a cimentarmi in una nuova impresa).
Queste poche righe, sono le 17,40, sono ancora reclusa in ufficio e non vedo l’ora di scappare, per ricordarmi di preparare una lista di buoni propositi per il nuovo anno, che renderò pubblica, nei prossimo giorni, e che mi impegnerò a rispettare in toto, pena il pubblico ludibrio.
Per questa sera, quasi quasi mi sto pentendo di non aver acquistato ieri per la modica somma di 1 euro un paio di mutande rosse, sai che figurone con un paio di slip color “rosso lussuria a buon mercato”, però voglio dire le mutande rosse le indosseranno tutti, se uno proprio si vuole distinguere deve fare qualcosa di diverso.

domenica 30 dicembre 2007

È domenica mattina si è svegliato già il mercato...


Questa mattina finalmente ho rimesso piede a Porta Portese.

Inutile dire quanto mi piaccia andare in giro per mercatini rionali, mercatini stagionali, mercatini di natale, mercatini della frutta, ma a Roma ho due punti fermi: Porta Portese la domenica mattina e Piazza Vittorio una qualsiasi mattina. Porta Portese è il non luogo per eccellenza di tutti gli “stranieri” o di coloro che si “sentono stranieri” in questa città, perché se Porta Portese, tanti anni fa era il mercato dei romani, oggi è diventato il punto di riferimento di tutti quelli che vengono da fuori. E’ un modo come un altro per perdersi tra le facce di sconosciuti, odori mangerecci, oggetti, merci e voci, tante voci. Perché sembra paradossale, qui, non è importante quello che è venduto, che si può trovare più o meno ovunque, ma come viene offerto e proposto.
Perché a Porta Portese può capitare di sfrucugliare su una bancarella di oggetti e accessori finto etnici (lapislazzuli afgani, collane africane) e alzare gli occhi sul venditore rasta, che con parlata romanesca al cellulare lamenta i 5 chili acquistati durante le feste e chiede per il pranzo di oggi un semplice riso in bianco.
Oppure è possibile trovare diversi venditori di cibi calabresi, tutti molto piccanti, e specialità siciliane, tutte a base di mandorle e pistacchi, e un indiano che dà spiegazioni sulla preparazione casalinga del pesto con i pistacchi o del sugo con la ‘nduja.
Oggi poi che è un giorno di quasi festa, al mercato c’erano molti turisti, che si riconoscono immediatamente da un tipo di abbigliamento ostentato, così come ostentate sono una finta sicurezza nelle direzioni da seguire e una vera paura che qualcuno gli sfili il portafoglio o la borsetta; i venditori, per l’occasione, che hanno l’occhio esercitato e hanno fiutato le prede, hanno fatto prezzi, come dire, speciali. E un po’ è giusto perché i turisti dalle parti di Porta Portese sono visti come degli invasori, dei neofiti che vogliono entrare per forza in un mondo fatto di rituali, costruiti domenica dopo domenica. Così mentre gli viene affibbiata una tremenda fregatura a 150 euro, una coppia di sedie che si reggono in piedi per miracolo, si sente qualcuno nelle retrovie che commenta sarcastico.
L’aspetto più importante per apprezzare Porta Portese è di essere persone libere, completamente libere, e non essere spaventate dalla solitudine; camminare senza una meta precisa, ma soprattutto girovagare soli, secondo i propri ritmi e i propri gusti. La solitudine, infatti, permette di oltrepassare velocemente gli ingorghi umani (che vuoi per l’esiguo spazio, vuoi per il gran numero di persone, si vengono a creare) e guadagnare i piccoli pertugi disponibili nella prima fila delle bancarelle più invitanti.

Camminare tra le bancarelle di Porta Portese è un’esperienza che vale un viaggio, un viaggio catartico. (foto da 06blog.it)

lunedì 24 dicembre 2007

Mali estremi, estremi rimedi

In questi giorni di freddo inconsueto, ho fatto come i salmoni, almeno credo siano i salmoni, che risalgono le correnti per arrivare dove sono nati, dal centro mi sono spostata al nord. Va da se, che al nord faccia più freddo (almeno in linea di massima, senza prendere in considerazione le tempeste ormonali del clima impazzito), si aggiunga poi una lunga permanenza in zone climaticamente più miti, e una crescente intolleranza al freddo, in questi giorni non so proprio come potermi scaldare. Ho provato con doppio calzino di lana, e più starti di maglioni, che rendono i miei movimenti più goffi e ridicoli del solito, ma niente!, c’è qualche parte del mio corpo, ginocchia, naso, schiena, che sente i brividi, ha bisogno di più caldo. Eppure quando ero bimba sono cresciuta qui, la casa forse all’epoca era anche meno riscaldata; ricordo di essermi lavata la mattina presto prima di andare a scuola con l’acqua che usciva a cubetti dal rubinetto, e sono sopravissuta a inverni ben peggiori.
Così mentre sfornavo i miei ricordi con la stessa abbondanza, di come in questi giorni si sfornano biscotti e dolci natalizi, ho avuto un’illuminazione, ripristinare un'abitudine della nonna: la borsa d'acqua calda. Che secondo me, è una della invenzioni più utili per combattere il freddo.
La consuetudine era di mettere a bollire l'acqua per preparare la borsa mentre mia mamma lavava i piatti, dopo di che veniva messa sotto le coperte per scaldare il letto prima di andarci a dormire. Oltre a questa funzione primaria, era considerata anche una panacea per qualsiasi accenno di malattia, dal mal di pancia al mal di testa: borsa e camomilla o te.
Frugando nei mobili di casa non ho trovato nessun reperto; che poi la borsa d’acqua calda dentro a un mobile chiuso anche se non si vede, si intuisce della sua presenza per la puzza di gomma che emana. Mi sono decisa così a uscire pensando che avrei trovato nel primo supermercato quello che avrebbe fatto al caso mio, una nuova borsa di gomma puzzolente color rosso vulcanizzato, ma né nel primo supermercato, né nel secondo, né In tutto a un euro ho trovato alcunché. Come è possibile? Non capisco? Sono diventati tutti calorosi? Hanno scoperto che il materiale è tossico se non addirtura mortale?

Poi come sempre la rivelazione è venuta da un ritaglio di giornale che avevo usato per proteggere delle fotografie. Sembra che un pezzo grosso, un ex primo ministro, qualche sera fa, dopo una abbuffata oltremisura sia tornato a casa, con lo stomaco imbarazzato, e ha chiesto alla moglie di mettergli su una borsa d’acqua calda. Ma vuoi, un po’ la fretta, vuoi, un po’ la guarnizione che non era più nuova, mentre si stava coricando, dalla borsa è uscita dell’acqua bollente sul malato. E così il giorno, dopo con un decreto interministeriale, si è fatto divieto a tutti i rivenditori di eliminare dai loro magazzini questi oggetti di estrema pericolosità.
Non so, quale sia la verità, non so se sia per la solita legge causa – effetto, però mi è sembrato molto “italietta”che sui giornali fosse riportata questa notizia con tanta enfasi, e altrettanto inspiegabile mi è sembrata la scomparsa in toto della borsa d’acqua calda.

venerdì 21 dicembre 2007

Evviva le feste


Il 21 dicembre è un giorno molto importante nel calendario gregoriano, infatti oggi sono stati consegnati i regali natalizi aziendali.
Eh sì, perché la direzione, da oggi pomeriggio sino alla befana, si è concessa il suo meritato risposo; la direzione in sé e per se infatti è catalogabile tra le categorie di lavori usuranti, e quindi ha bisogno di un lungo periodo di riposo; mentre i dipendenti possono tranquillamente rimanere al lavoro.
Comunque, per questioni di logistica, quest’anno si sono risparmiati il discorso “quanto siamo bravi …vi vogliamo bene …poi ne riparliamo a gennaio”, e un triste omino in tuta azzurra con carrello ha aperto le porte di ciascun ufficio, ha pronunciato il nome dei presente, ha spuntato il nome dalla lista e gli ha lanciato uno scatolone con su scritto buone feste; ha chiuso la porta sbuffando ed è sparito lungo il corridoio.
Nessuno ha avuto il coraggio di aprire la scatola, con la speranza che uscita dall’ufficio si trasformasse in un principe azzurro o in una fata turchina.
Subito, i dipendenti più sospettosi, quelli che dovevano essere assunti ai servizi segreti, ma non si capisce perché sono finiti qui, hanno subito notato che le scatole hanno diversi nomi, Medusa, Orfeo, Atlante; chissà quale sarà la loro scottante verità. Pandoro e panettone, ma quale potrebbe essere la terza opzione?
Nel corso della mattinata, ci sono state anche, per sottolineare lo spirito del natale, alcune episodi di guerriglia urbana tra dipendenti che si sono presi per i capelli, o si sono piantati le unghie in faccia per l’accaparramento e la cannibalizzazione di alcuni pacchi collettivi, spediti da clienti esterni, una vera e propria guerra all’ultimo torroncino. Io non mi ero accorta di niente, ma durante la pausa pranzo ho visto capelli un po’ arruffati e volti grigio antracite, e ho subito pensato che questo stato di disperazione fosse stato causato dalla presa visione della busta paga, invece le esperte di comunicazione mi hanno fatto subito il resoconto accurato dell’accaduto. E ho scoperto che l’ufficio logistica non si parla con l’ufficio protocollo, che il corridoio A è in guerra con il corridoio C, e gli informatici per protesta non metteranno più piede in sala mensa.

Finalmente è natale e in fondo, molto in fondo, ci sentiamo tutti più buoni, non in ufficio però.

mercoledì 19 dicembre 2007

Son tutte belle le mamme del mondo




Ogni volta che comunico a mia mamma che andrò qualche giorno da lei, entra in uno stato confusionale contraddistinto da episodi di frenesia e agitazione.
Non potrei mai farle un’improvvisata, ha bisogno di punti fermi, di solide certezze.
E così già dalla fine di novembre, ogni volta che ci siamo sentite telefonicamente, a volte anche tramite chat per interposta persona, ha iniziato a chiedermi quando, nel periodo delle feste natalizie, sarei andata a casa:
- Il 25 novembre mi chiese se il 24 dicembre avessi intenzione di prendere vacanza o fossi rimasta al lavoro.
- Qualche giorno la domanda che aspettava risposta era per quanti giorni mi sarei fermata.
- Un breve periodo durante il quale, è stata siglata una sorta di tregua armata, con nessuna domanda specifica, nessun riferimento all’argomento.
- L’8 dicembre, forse per l’associazione che festa chiama feste, è tornata alla carica, con la scusa di coordinare la mia salita con la discesa di mia sorella, e il quesito era: treno o macchina?
- A metà dicembre, con una tattica diversiva, dato che deve preparare il letto e la stanza per la settimana di Natale, ha provato a capire per quanti giorni avrei dormito da lei.

Nelle ultime telefonate, rassegnata e corrosa dall’incertezza se fosse stato il 22 o il 23 il giorno della mia venuta, è iniziata la seconda Intifada: “ Cosa ti preparo da mangiare quando arrivi?”
Devo dire, che la domanda cosa ti preparo da mangiare? ha segnato la mia infanzia, e la mia adolescenza. Credo che nel periodo della scuola obbligatoria, ogni mattinata, con la pancia sazia da una prima colazione nordica, mi veniva chiesto, nel momento esatto in cui stavo per mettere il piede fuori dalla porta, “Cosa vuoi oggi per pranzo?”.
Ma tornando al presente, la domanda “cosa ti preparo da mangiare quando arrivi?” perde la sua innocenza, quando, dopo solo due giorni, la richiesta si trasforma in una più articolata “Perché non prepari un menù per tutti i giorni che sarai qui?”. Ho risposto che l’avrei fatto.
Ma a distanza di oltre 36 ore, mi sento estremamente colpevole per non aver neppure pensato, e scritto, a un misero riso in bianco.

La mia reticenza nel dare risposte nasce, come in tutte le scelte della mia vita, da una profonda insicurezza nel prendere decisioni, alimentata altresì da un’instabilità esistenziale, nel senso più ampio del termine, instabilità costellata da sensi di colpa.
Vivo in un eterno stato di precariato personale e sociale, in una “incertezza dei bersagli” nel quale ho imparato a destreggiarmi, navigando a vista, giorno dopo giorno.

Profonda spaccatura generazionale.

martedì 18 dicembre 2007

Mai più senza.




Questa mattina nella mazzetta dei giornali che 'mi dovevo rassegnare' mi è capitato un cataloghino che in un primo momento non ha attirato la mia attenzione, anzi l’impatto con lo stampato non è stato per nulla positivo, piuttosto è prevalso l'istinto di buttarlo nel mucchio di tutti gli inserti inutili destinati al cestino dell'immondizia.
Durante la pausa tè, invece è scattata come un'attrazione inspiegabile, un'energia, che oserei definire cosmica, si è emanata dal cataloghino, che mi è rimasto incollato alle mani e agli occhi, pagine e pagine, inchiostro e inchiostro, parole e parole, immagini e immagini di splendide idee…. Mai più senza!!!!
Ebbene sì, sono venuta in possesso, la proprietà dell’oggetto è divenuta indiscutibile e esclusiva, di un prezioso esemplare di un catalogo Mai più senza (chi non ha letto Cuore non potrà mai capire. Ma soprattutto non potrà mai sapere cosa si è perso).
In un silenzio contemplativo, come i ragazzini quando sfogliano, o almeno sfogliavano, i giornali porno di nascosto a scuola, ho aspettato pausa pranzo e mi sono messa al buio del mio ufficio vuoto a contemplare le idee, si proprio le idee, proposte.
E a mio insindacabile giudizio ho scelto le migliori.
Primo posto: una fontanella che piscia cocktail; nome di listino: Fontana luminosa per bevande cocktails; Descrizione: Fate delle vostre feste dei momenti veramente indimenticabili! Questa divertente ed elegante fontana può erogare qualsiasi tipo di cocktail o bibita fresca, spumante, vino bianco o rosso ecc. La grande coppa di raccolta può essere impreziosita con frutta o ghiaccio; tramite la torre trasparente il liquido sale sino alla coppetta superiore, dalla quale ricadrà verso il basso tramite i 4 fori di prelievo creando un magico effetto luminoso. Ogni brindisi sarà un vero spettacolo; basterà posizionare i bicchieri sotto i beccucci per riempirli in pochi secondi, con un effetto sensazionale garantito!Con 2 luci LED a basso consumo. Dimensioni coppa grande 30 cm di larghezza per 8 cm di altezza. Altezza totale 42 cm. Alimentazione 220V, 50 Hz, potenza assorbita 8,5 Watts.
Mi sembra superflua ogni descrizione o considerazione personale.
Al secondo posto, ma con molto distacco: dei bicchieri radioattivi; nome di listino: bicchierini luminosi: un brindisi di luce! Descrizione: per rallegrare la tavola natalizia o per servire in maniera originale i vostri drink (magari quelli che escono direttamente dalla fontana piscia cocktail) I 4 bicchierini, in colori vivaci, contengono sul fondo un sensore che al contatto con qualsiasi liquido, come per magia, aziona un LED rosso lampeggiante. Un effetto davvero sorprendente, esaltato dalla penombra. Lavare a mano. Funzionano con 3 batterie LR41. Altezza bicchierini 6 cm.
Per finire con degli eleganti abitini natalizi per sedie; nome di listino: copri sedie natalizio (che banalità!). Descrizione: crea lo spirito del Natale coprendo gli schienali delle sedie con questi cappucci rossi e bianchi di Babbo Natale. Adatti a qualsiasi sedia grazie alle loro generose dimensioni, decoreranno l’ambiente con i simpatici pompon bianchi, tipici del personaggio che porta i regali! In morbido feltro sintetico.

Ps: consigli di come liberarsi di un regalo Mai più senza (leggere qui sotto).
1) Se avete parenti o amici in Gran Bretagna, siete a buon punto. Gli inglesi che sono un popolo pragmatico, hanno istituito da sempre una festa per il riciclo del regalo Mai più senza (vorrei ricordare che culturalmente i regali Mai più senza inglesi sono ben diversi da quelli italiani, e quindi potrebbe andare doppiamente bene). Quello che per noi è Santo Stefano, cioè il 26 dicembre, per i sudditi di sua maestà è il boxing day, cioè il giorno in cui si rimpacchettano e si ridistribuiscono i regali poco graditi.
2) Se non avete parenti oltremanica sono indispensabili amiche intelligenti. Qualche anno fa, ricevetti per Natale un paio di ciabatte di materiale altamente infiammabile color rosa salmone scaduto, un vero gadget allontana uomini; fortuna volle che quel anno a Sara venne un'idea degna non dico di un premio nobel, ma di una citazione nel giorno della consegna, quella decisamente sì. Organizzò una festa, tra l'ultimo dell'anno e la Befana, dove tutti gli invitati erano legittimati a rimpacchettare il regalo più brutto che avessero ricevuto, per fare di tutti questi una riffa tra gli invitati. Chissà chi ha avuto la fortuna di indossare quelle splendide ciabatte.

lunedì 17 dicembre 2007

Ele pensiero 2



Ormai quello che, nonostante tutto, ci ostiniamo a chiamare ancora il Belpaese sembra sull’orlo di una crisi di nervi.

Un paese allo sbaraglio, e come in una nave che sta per affondare, ognuno cerca di attaccarsi a quello che trova.
La soluzione è chiamare un super eroe; e dopo giustizieri, diversamente mascherati, arriva nientemeno che Mister Prezzi. A lui le sorti di questa povera patria.

Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.

venerdì 14 dicembre 2007

Scioperi


Che settimana, è stata così lunga che mi è sembrata durare un mese.
Ieri ufficialmente è finito lo sciopero degli autotrasportatori che ha tenuto banco sui giornali e sulle bocche di tutti. Insieme allo sciopero, speriamo finisca anche quest’ondata di arteriosclerosi improvvisa. Martedì sera dovevo passare al supermercato a prendere alcune cose, e appena messo il secondo piede dentro al favoloso mondo delle luci al neon e della musichina “compra-compra”, ho capito che la situazione era veramente grave. Lo scaffale della pasta era quasi vuoto, erano rimasti si e non 2 o 3 pacchetti mezzi ciancicati con degli spaghetti triturati dentro; lo stesso poteva dirsi nel reparto scatolame, pomodori, tonno, carne, fagioli, ceci: l’horror vacui.
Avrei abbandonato volentieri il campo, ma era una necessità improrogabile, e così ho deciso di continuare la mia discesa agli inferi (a proposito, quanto va di moda quest’anno La Divina Commedia, si può abbinare un po’ con tutto, dà quel tocco di cultura e non impegna) passando tra gli scaffali ridotti come dopo un attacco alieno, tra scene di disperazione e risse all’ultima rosetta “C’ero prima io, c’ero prima io; mi ero allontanata un attimo”
E’ finito lo sciopero dicevo, e si scopre che all’improvviso sono aumentati tutti i prezzi, per una legge di causa - effetto. Dal broccolo al cappone non c’è scampo tutto è più caro.
E’ finito uno sciopero e ne inizia un altro.
Oggi avrebbe dovuto esserci uno sciopero dei trasporti pubblici, solo dei mezzi di superficie, che secondo voci incontrollate avrebbe potuto iniziare addirittura ieri sera. Ho provato a chiedere e indagare sulla veridicità dell’informazione, ma ho trovato solo risposte fumose e aleatorie. Sciopero sì, sciopero no. Non si sa.
Non vorrei che fosse una mossa strategica, grazie alla solita legge di causa effetto, per aumentare il costo del biglietto.

giovedì 13 dicembre 2007

Ele pensiero





L’Ele pensiero segna l’inizio di una serie di pillole di saggezza, utili a sopravvivere con dignità e senza travasi di bile.
Ecco il primo.
Non fidarsi mai di chi dice “Sei sicuramente più bravo di me a fare questo” (qualsiasi cosa sia questo).
E’ un modo elegante, ossia subdolo, per farti fare un lavoro molto molto rognoso, ma soprattutto che non ti compete.

lunedì 10 dicembre 2007

**Spam**

Sono sufficienti 48 ore, per riempire la casella di posta di lavoro di spam (che ovviamente non sono riconosciuti come posta indesiderata, ma si vanno a depositare tra la posta in arrivo).
Oggi i messaggi spam erano ben 164, forse il record degli ultimi mesi, da, quando mi hanno installato Mozilla..
Però questa mattina, prima di eliminarli con la solita velocità e quel fare un po’ stizzito di chi non vuole perdere tempo con questo tipo di scocciature ho voluto dare una letta per sapere cosa sarei andata a cancellare.
Dei 164 messaggi: qualche proposta per diventare ricchissimo, qualche vendita di orologi replica di modelli molto costosi, e oltre 100 messaggi che hanno come argomento la sessualità maschile, nel suo unico aspetto (a quanto pare).
I messaggi sono tutt’altro che velati, e iniziano con un “Intensifica le sue sensazioni durante l’amplesso” ma che carini si preoccupano del piacere delle donne. Leggendo però il seguito, ci si rende conto che col cavolo!, pensano alle donne anzi come al solito sono considerate le solite pettegole: infatti, mentre in pubblico, affermano che è importante l’esperienza e poco importante la dimensione, quando poi sono in privato parlano solo di misure.
La dritta finale per lui è: in verità più il pene è grosso più scatena piacere. Della seria uomo avvisato…E allora uomo combatti, non datti da fare o lavora, combatti per il tuo successo sessuale!
Ora non so quanti uomini abbiano letto questi messaggi, peraltro tutti in inglese, e di questi quanti abbiano voluto sperimentare il consiglio (questa potevo evitarla), c’è da dire che comunque qualcosa aumenta, se non altro la conoscenza della lingua straniera.
Un altro spam, dello stesso genere, è strutturato secondo un divertente giochino linguistico. Risale forse al periodo delle elementari, si usavano le varie lettere del proprio nome per descrivere le proprie qualità, o meglio le qualità che si avrebbero volute avere; io ad esempio avevo scomposto Elena in: Elegante Luminosa Enigmatica Naturale Affascinante.
Le lettere usate in questo caso sono invece quelle di Big Penis, credo non sia necessaria alcuna traduzione, che viene così sviluppato: se vuoi regalare delle buone vacanze al tuo lassie (ho detto che si impara l’inglese, questo neologismo mi era ancora sconosciuto) aumenta le tue dimensioni!! La cosa che ti proponiamo aumenta le tue dimensioni, e le notti del nuovo anno saranno bollenti e piene di piacevoli incontri di sesso.
Lo stesso tipo di giochino linguistico, con più o meno la stessa storia è affrontato anche con le lettere di Mega Dick.
E visto il periodo “Perché non comprarsi un regalo speciale a prezzi speciali in vista delle prossime vacanze?” A questo proposito si consiglia di inserire negli acquisti natalizi un portentoso farmaco chiamato, con un nome evocativo, che lascia poco spazio all’immaginazione, Erba del Re. Nella pubblicità c’è anche la classica foto del prima e del dopo, riferita alla parte interessata, e una didascalia che ricorda quanto sia breve la vita e allora…perché non fare come 300.000 uomini al mondo?
Ma che cos’hanno fatto? Non si capisce? Boh forse impacchi di erba miracolosa. Si passa poi al sempre verde Viagra (sempre verde nel senso che è sempre di moda) che viene proposto con il 74% di sconto, in una mail che ha come oggetto: Buy viaaaaaaaagrrrrrraaaaaaa and start your new happier life in year 2008.
E va avanti esortando l’altra metà cielo a diventare più uomini con il Viagra!
Altro spam, altro Viagra; qui lo sconto è solo del 50%, eh no non ci siamo con il prezzo!
Però si scopre che è di qualità migliore rispetto al precedente, funziona dopo solo 15 minuti dall’assunzione, ma soprattutto la vita sessuale di chi ne fa uso sarà scintillante di colori luminosi(??? mistero).
E poi in mezzo a tutti questi spam ne trovo uno che era sfuggito a un primo sguardo d’insieme; anche questo spam fa promesse, ma al contrario degli altri, promette di ottenere maggiori entrate e un futuro più florido.
Vi chiedete come sia possibile tutto questo? Semplicemente iscrivendosi a una prestigiosa università, forse americana, dove è possibile laurearsi in tempi brevi, massimi risultati, minimo sforzo. Visto l’argomento e il contesto dei precedenti spam, il commento va da se.

venerdì 7 dicembre 2007

Sette dicembre duemilasette


Non è una novità, e che non sia una novità è ancora più grave.
Questa mattina è morto il secondo operaio rimasto coinvolto in un incendio in un’acciaieria di Torino.
Un'altra persona è morta mentre stava lavorando, questa è la notizia, e trovo meschino vedere stampate ovunque le solite informazioni personali di circostanza: età, stato civile, numero di figli a carico. Come se avere 38 o 48 anni avesse un diverso peso per la persona morta.
Viviamo in un paese dove il lavoro è un’idea aleatoria, un concetto nebuloso.
Lavorare è diventa un privilegio non un diritto.
Pur di riuscire ad avere uno stipendio minimo, con il quale provare a vivere, si è disposti a fare di tutto, annichilendo la figura umana, e trasformandola in una risorsa; perché ci hanno sempre detto che comanda chi ha il coltello dalla parte del manico. E la voce grossa possono farla solo i figli; i figliastri, è più saggio che facciano buon viso a cattivo gioco.
Poco tempo fa sono stata chiamata in causa per la stesura di un codice etico aziendale, per chi fosse un po’ più addentro ai lavori si tratta del Ex D.Lgs 231/01, e sono sicura che in vita mia non ho mai scritto tante bugie tutte insieme. Il paragrafo 1.6 che riporto per intero, riassume forse le più gravi:
ai collaboratori, la cui integrità fisica e morale è considerata valore primario per l’azienda, vengono garantite condizioni di lavoro rispettose della dignità individuale, in ambienti di lavoro sicuri e salubri (D.Lgs. 626/94 e s.m.i.), mediante il monitoraggio, la gestione e la prevenzione dei rischi connessi allo svolgimento dell’attività professionale.

A distanza di giorni, tutte le volte che lo rileggo, mi si stringe il cuore.

giovedì 6 dicembre 2007

Vedo, prevedo, stravedo


E’ iniziato il count down, quanto è figo scriverlo all’inglese, perché in italiano conto alla rovescia fa tanto nonna che armeggia con la calza, due dritti, una maglia accavallata, e un rovescio.
Ormai i fogli del calendario sono finiti, pochi giorni ci separano al 2008, che ho scoperto avere un giorno in più, e per il misero, nel senso di colui che patisce la miseria, uomo comune è iniziata la ricerca all’oroscopo 2008.
Visto e considerato quello che ha riservato l’anno che ormai sta per finire, meglio gettare uno sguardo al futuro, per provare a capire dove si andrà a parare. E poi, come ci hanno insegnato, prevenire è sempre meglio che curare.
Ho pensato così di fare una ricerca di tutto l’oroscopo presente su internet, e fare una media ponderale delle informazioni raccolte, segno per segno.
Non che sia un’esperta di astrologia, non che ci creda particolarmente, però quando l’oroscopo propone belle notizie mi fa star bene, e poi in tutto ciò che è poco impegnativo e poco faticoso ho alle spalle diversi master e scuole di specializzazioni.

Ariete – Un anno felice, tutto in discesa, durante il quale si porteranno a termine i lavori intrapresi nel 2007.

Toro – I pianeti ti sorridono, prova a sorridere anche tu.

Gemelli – E’ finita l’ ostilità di Giove e Plutone; si riconquista fiducia in se stessi.

Cancro – Saturno ti rende più saggio, e ti fa capire che dovrai fare qualche piccolo sacrificio.

Leone – Anno fantastico, non servirà chiamare altra fortuna.

Vergine - Vivrai magici eventi sia sentimentali sia professionali, che ti porteranno nelle tasche anche tanti soldi.

Bilancia – Il 2007 è stato un anno fantastico, tanto da lasciarti la protezione anche per il 2008 che sarà un po’ faticoso.

Scorpione – Per tutto il 2008 solo belle notizie, un anno baciato dalla fortuna.

Sagittario – Non sarà un anno facile, però l’ottimismo che ti è proprio ti verrà sempre in aiuto.

Capricorno – Un anno pieno di ottimismo, ricco di eventi positivi.

Acquario – Un anno da vivere sempre con gli occhi ben aperti.

Pesci – La fortuna proteggerà le scelte dei pesci per tutto l’anno.

mercoledì 5 dicembre 2007

Biglietto o abbonamento? Ovvero è importate dare la risposta giusta, sempre.


Ieri sera mentre stavo aspettando la metropolitana, mi hanno sottoposto un questionario per sondare il livello di percezione che l’utente medio ha del servizio.
Ovviamente il sondaggio era strutturato in modo da non mettere mai in luce o evidenziare i disservizi e i malfunzionamenti del trasporto sotterraneo, le domande erano tutte molto aleatorie, quasi da conversazione tra sconosciuti, tipo: Dove sei salito? Dove scendi? Quante volte usi la metropolitana? Biglietto o abbonamento? Cosa prepari questa sera per cena?
Non mi hanno chiesto perché, secondo me, per percorrere lo spazio di 2 fermate ci si impiega lo stesso tempo di una missione su marte, o perché la velocità è pari a quella di una processione sulle ginocchia. Non chiedono quanto è funzionale il trasporto stesso, ma se la frequenza radiofonica trasmessa nelle stazioni sia, secondo l’utente medio, quella rispondente alle sue esigenze.
E soprattutto non hanno fatto neppure una misera domanda sui congegni che emettono i biglietti.
Lì sarei stata preparatissima. Perché fare un biglietto in metropolitana è cosa per pochi; i giapponesi passano delle mezze giornate davanti alla macchinetta (l’altra mezza giornata a fare la fila davanti ai negozi di alta moda); i turisti, in generale, spiano incuriositi gli indigeni o presunti tali che sembrano dimostrare un po’ di sicurezza davanti ai totem bigliettiferi, per ripetere movenze e combinazioni.
Sicuramente le telecamere di sorveglianza sono collegate con i monitor di antropologi e scienziati evoluzionisti, che studiano come l’italiano medio affronta le piccole difficoltà quotidiane, senza supporto alcuno (il famoso aiutino); si dice che, per contratto, i ‘custodi’ della metropolitana non devono mai alzare il sedere dalle loro sedie, neanche per soccorrere la povera vecchina che non vede in quale buco inserire la moneta.
In un anno solare, ho visto e sperimentato 4 diversi modelli di distributori di biglietti, il primo, il più antico, resisteva sulla piazza da anni e anni, bisognava selezionare la tipologia e il numero di biglietti toccando una membrana più o meno gommosa, si introducevano le monete in una fessura simile a quella di un salvadanaio, o le banconote in una fessura più lunga e sottile, e in caso di introduzione di un importo maggiore rispetto al valore dei biglietti le macchine erano in grado di erogare il resto insieme ai biglietti stessi; l’operazione era accompagnata da diversi tipi di suoni che scandivano il ritmo delle operazioni: bip, glonc, zzztt.
Il secondo tipo di macchina emetti-biglietti, era un modello touch screen, toccando il video si selezionava il tipo e la quantità di biglietti, un secco e meccanico bip accompagnava i gesti e le scelte del fattore umano, mentre i soldi introdotti in fessure, simili a quelle del modello precedente, emettevano un suono sordo, la discesa del vil denaro nel cuore del meccanismo; da che la macchina si accendeva come un flipper, uscivano i biglietti caldi, appena stampati.
Il 3 modello ha avuto breve durata sul mercato, era un monolite inquietante, nessuna possibilità di scelta, l’importo introdotto emetteva in automatico i biglietti, per un massimo di 4, e senza resto. Una macchina senza cuore.
L’ultimo tipo l’ho sperimentato, giusto, la scorsa settimana, una nuova macchina, grigia e rossa, forse in onore alle festività incombenti. La peculiarità di questa macchina è il sistema di introduzione delle monete, una guida in verticale, che sfida qualsiasi legge di gravità, consente di introdurre le monete 1 a 1, però con estrema lentezza, con tanta pazienza, simile a un esercizio di meditazione buddista, indispensabile per non destabilizzare la suscettibilità e l’equilibrio della macchina. E con fare schifato, per ben 3 volte consecutive, ha risputato i soldi nella tasca di emissione dei biglietti, lasciandomi tra lo stoccafisso e l’indispettito.
Ma tornando alla domanda proposta dall’intervistatore: biglietto o abbonamento?, ha sicuramente una valenza più profonda di quel che si vuol far credere; la scelta 'biglietto' scheda l’utente medio in una qualche particolare lista, un interessante caso da laboratorio da tenere sotto osservazione.

Se non avrete mie notizie nelle prossime 24 ore, è perché sono stata rapita dai servizi segreti della metropolitana.

lunedì 3 dicembre 2007

Evoluzione della specie




Lo so, è un argomento pesante, soprattutto da affrontare prima di cena o in fase digestiva.

Questa mattina ho letto sul Corriere che arriverà a giorni, dall’Australia con furore, il gabinetto per i gatti.
Le lettiere, con i conseguenti olezzi puzzolenti, potranno essere sostituite da appositi cesseti per i gatti, nome originale Litter Kwitter.
In realtà si tratta semplicemente di dischi di diversi colori, ma i gatti non vedono in bianco e nero?, da sistemare sulla tazza, per consentire al gatto di fare comodamente seduto le sue cose e non cadere insieme ai propri prodotti di evacuazione nello sciacquone.
C’è da dire che i dischi colorati non sviluppano nel felino un più elevato senso civico, occorre per rendere efficace il metodo, applicare un periodo di educazione, e pazienza, di circa 8 settimane. L’invenzione risulta essere assolutamente innocua; infatti l’inventrice, prima di procedere nel brevetto ha consultato psicologi, specialisti nel comportamento animale, per avere la certezza di non danneggiare, con l’invenzione, la psiche felina. A quanto pare, i gatti hanno un super-io di acciaio, e non risultano minimamente turbati dalla novità.

Ho pensato, che se le settimane nesessarie per l'educazione dei gatti sono 8, potrebbero esserne sufficienti 6 per educare gli uomini.
Sarebbe fantastico entrare in bagno, dopo un uomo, e non trovare la tazza artisticamente schizzata o gocciolante pipì.
Mi preoccuperò personalmente di consultare i migliori psicologi e anche uno stilista per individuare i colori che meglio si addicono allo scopo.