martedì 12 agosto 2008

Precious Ramotswe

Precious Ramotswe è stato un regalo che mi sono fatta qualche tempo fa in libreria.
Inventata dallo scrittore africano-inglese Alexander McCall Smith, Precious è una detective privata che vive a Gaborone, titolare dell’unica nonché prima agenzia investigativa del paese, nelle sue indagini, con sguardo benevolo e a volte critico, mette sotto la lente d’ingrandimento i ritmi, le abitudini, le tradizioni, i vizi e le virtù di uno di quei paesi che molti in Italia chiamano, con la superiorità tipica di quello che fu l’uomo bianco, Terzo mondo.
Lettura lieve, veloce e gradevole le storie di Precious, nella loro semplicità, in realtà, sono ricche di suggestioni degne di riflessioni.
“Nel Botswana, tutte le case di Zebra drive, e più in generale tutte le case con più di due camere da letto, avevano una domestica. Esistevano leggi che stabilivano la paga per gli aiuti domestici, ma spesso venivano aggirate. C’erano persone che trattavano malissimo i loro servitori, li pagavano pochissimo e pretendevano di farli lavorare tutto il giorno e, per quel che sapeva la signora Ramotswe, queste persone erano la maggioranza. Quello era il alto oscuro del Botswana, lo sfruttamento di cui nessuno parlava volentieri. Di sicuro nessuno parlava volentieri di com’erano stati trattati i Masarwa in passato, come veri e propri schiavi….così come esistevano ancora innumerevoli africani che lavoravano per una miseria in condizioni di semischiavitù. Si trattava di persone tranquille, deboli, e fra loro c’erano i domestici. La signora Ramotswe non si capacitava che una persona potesse comportarsi tanto crudelmente con i domestici. Lei stessa si era trovata in casa di un’amica che le aveva raccontato, con la massima noncuranza, che la sua cameriera aveva cinque giorni di vacanze all’anno, e non pagati. Quest’amica si vantava di essere riuscita a diminuire la paga della cameriera, perché la trovava un po’ pigra.
“E perché non se ne va, se le hai fatto questo?” aveva chiesto la signora Ramotswe.
L’amica aveva riso.
“E dove? C’è la fila per farsi assumere al posto suo, e lo sa. Sa che potrei trovare qualcuno disposto a fare a fare il suo lavoro per la metà di quello che prende lei.”
La signora Ramotswe non aveva obiettato niente, ma aveva troncato l’amicizia in quel preciso istante. E aveva a lungo riflettuto sulla cosa.” (Morale e belle ragazze – I casi di Precious Ramotswe la detective n°1 del Botswana. Edizione Tea, pagg 82-83)
Anche a me è successo di riflettere a lungo sulla cosa, e ancora non riesco a capire quale e dove sia la linea di confine tra il primo e il terzo mondo.

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