Nella vita di qualsiasi donna esistono dei momenti che segneranno la sua vita per sempre: il primo innamoramento, il giorno del menarca, il primo bacio, il giorno della tesi di laurea, la nascita di un figlio, il matrimonio, ecc.
Tra questi passaggi fondamentali della crescita femminile, io inserirei un altro evento topico, da molti forse sottovalutato, ma che racchiude in se diversi significati e retroscena: il rinnovo del parco mutande.
Eh sì, arriva un giorno nella vita della donna in cui si ha la percezione che qualcosa non va (insoddisfazione, aspettative disattese, nervosismo), e rovistando nel contenitore della biancheria intima, la donna, improvvisamente, prende atto che quel qualcosa è proprio racchiuso lì. Mutande slabbrate, pizzi mezzi scuciti, elastici più fragili di un buon proposito di dieta, bianchi non proprio più bianchi e colori che hanno perso il loro smalto, cuciture che hanno ceduto non solo alle lusinghe di un'eterna giovinezza, insomma una vera e propria disfatta cui è opportuno porre rimedio.
Come dicevo però il momento topico non è tanto la presa d'atto del problema ma la risoluzione vera e propria, la fase successiva, e cioè l'acquisto. Innanzi tutto il primo vero rospo da mandar giù è la consapevolezza della taglia giusta, perché l'usura aveva reso indulgenti e confortevoli le care e vecchie mutande: sarò quindi sempre una S (o prima) o sarò, dio non voglia, lievitata a M (seconda o terza)? la seconda eventualità potrebbe essere un valido deterrente per convincere anche la donna più coraggiosa a finire i suoi giorni con la biancheria che ha in dote. Altra remora da superare sono i ricordi legati ad eventuali regali di persone care: completini regalati dal fidanzato del liceo, mutandoni regalati dalla mamma, perizomi regalati per commemorare un felice compleanno. In primis perchè il fidanzato del liceo veleggia soddisfatto e completamente dimentico del passato al suo secondo matrimonio, quindi i mutandoni della mamma risalgono al periodo bohemien quando con sottili messaggi cercava di dare modelli di comportamento più conservatori, e i perizomi...
Ecco, iniziamo proprio dai perizomi, divieto assoluto d'acquisto per i perizomi a meno che il fondoschiena e l'attacco della coscia non siano simili a quelli di Eva Erzigova, in tutti gli altri casi sono da evitare perché creano dei bruttissimi appiattimenti e allargamenti nella zona critica, in poche parole trasformano tutte le altre non-dee in culone e prosciuttone. Da osare e usare con cautela anche i pizzi per evitare l'effetto moulin rouge, messalina o escort di seconda scelta. I pizzi hanno infatti due difetti sostanziali: quelli da pochi soldi sono acrilici a rischio incendio, un po' duri, dozzinali e poco sensuali, mentre quelli eleganti, morbidi, e sensualmente sobri costano tantissimo. Personalmente eviterei anche quelle mutande stile teenager finta ingenua (con gattini ammicanti, orsacchiotti coccolosi, o scritte vorreimanonposso), perché dopo i venti anni andare in giro con quelle cose sotto ai vestiti è veramente imbarazzante, e poi perché quel tipo di ingenuità ai nostri giorni è indicata solo alle bambine sino alla terza asilo. Detto ciò si possono tranquillamente evitare anche le mutande con la pancera nelle varie sfumature antistupro, e il mutandone bianco o nero con elastico alto e sgambatura sghemba, in grado di però resistere alle sperimentazioni nucleari di Ahmadinejad.
In conclusione, anche in questa come in tante altre circostanze della vita bisognerà giungere a qualche compromesso e procedere a vista, l'importante è però andare avanti con un po' di buon gusto, senso della misura e tanto autosenso critico.
martedì 10 novembre 2009
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1 commento:
Bellissimo "stile escort di seconda scelta".
Però scarterei anche lo stile "vecchia fattoria", in talune circostanze ritrovarsi il musetto di una vezzoso mailino (maialina?) o quello di una simpatica mucca, può fare scappare una parola di troppo.
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