Chissà perché finita l’estate tutti i problemi vengono a galla.
Da qualche giorno i giornali si sono sfidati sul caro-spesa; è più costoso il pane a Milano o a Roma? E’ più conveniente il latte intero, però dannoso per il colesterolo, o il latte parzialmente scremato? Nell’analisi dei prezzi si evince che la pasta maccheroni è aumentata di 30 centesimi, mentre la pasta spaghetti è più o meno stabile. E’ risultato inoltre che i gelati sono uno dei generi merceologici che in pochi anni ha subito un aumento del 500%. E vogliamo dimenticare la frutta e la verdura che dal contadino sono acquistate allo stesso prezzo dall’introduzione dell’euro, ma arrivano sulle nostre tavole al costo di un carato. Credo di essere ormai, come tutti, molto edotta sui principi dell’economia domestica, anche se ho una confusione incredibile in testa.
Nel mio piccolo, posso testimoniare che gli aumenti ci sono stati eccome: i tarallini del distributore automatico aziendale sono passati da 35 a 40 centesimi, così come anche i pavesini e il bondì motta, prima erano 45, ora 50 (e la rivelazione è avvenuta lunedì mattina all’ora della merenda, fatta la questua delle monetine e racimolati ben 35 centesimi, con l’ipersalivazione attiva, sono completamente sbiancata davanti all’amara scoperta). Lo stesso dicasi per il cornetto del bar, la cassiera ha preteso qualche centesimo in più; sinceramente non ricordo l’importo del panino del pranzo, comunque vigendo un rigido sistema di monopolio, il negozio, che era già molto esoso prima di questa tornata di aumenti, non credo si sia lasciato sfuggire l’opportunità, quasi legittimata, di ritoccare i prezzi al rialzo. Ho scoperto, sfogliando i titoli dei giornali, che oggi è stato indetto, per fronteggiare tutti questi aumenti, anche lo sciopero della pastasciutta; non avendo approfondito la lettura spero che lo sciopero preveda solo di non acquistare pasta al supermercato, nei negozi, e al ristorante; però se la pasta è già in casa, credo sia lecito cucinarla senza troppi rimorsi di coscienza.
Sebbene il tono sembri alquanto cinico, non sono certamente cose da prendere sotto gamba. E così per fare risparmiare il povero essere umano sui consumi una mente superiore si è prodigata in pubblicazioni di libri, saggi e trattati su come vivere risparmiando.
Ora, non voglio tradire le mie origini, però se si vuole risparmiare sui consumi, non si comprano di certo cose inutili come appunto questi vademecum, che non fanno rivelazioni eccezionali, magari suggeriscono di non usare l’auto e preferire la bicicletta o una bella passeggiata. Ieri mi sono imbattuta su una delle ultime pubblicazioni pubblicizzate, che consigliava di usare un pappone di pomodoro, yogurt, cetrioli, uova da spalmarsi in faccia come sostituto della crema idratante, o di usare le grucce degli abiti come bastoncini per il barbecue. Senza dubbio consigli irrinunciabili, che faranno accumulare capitali su conti esteri.
Poco oltre, nella stessa presentazione, si vagliavano alcuni metodi sostitutivi per le colle; la solita pozione da preparare con sale, farina, acqua e altro; ma, gemma tra le gemme, albume d’uomo ottimo per incollare la carta. Un lapsus freudiano o un semplice refuso di stampa? Da oggi guarderò sicuramente l’uomo con occhio diverso.
Da qualche giorno i giornali si sono sfidati sul caro-spesa; è più costoso il pane a Milano o a Roma? E’ più conveniente il latte intero, però dannoso per il colesterolo, o il latte parzialmente scremato? Nell’analisi dei prezzi si evince che la pasta maccheroni è aumentata di 30 centesimi, mentre la pasta spaghetti è più o meno stabile. E’ risultato inoltre che i gelati sono uno dei generi merceologici che in pochi anni ha subito un aumento del 500%. E vogliamo dimenticare la frutta e la verdura che dal contadino sono acquistate allo stesso prezzo dall’introduzione dell’euro, ma arrivano sulle nostre tavole al costo di un carato. Credo di essere ormai, come tutti, molto edotta sui principi dell’economia domestica, anche se ho una confusione incredibile in testa.
Nel mio piccolo, posso testimoniare che gli aumenti ci sono stati eccome: i tarallini del distributore automatico aziendale sono passati da 35 a 40 centesimi, così come anche i pavesini e il bondì motta, prima erano 45, ora 50 (e la rivelazione è avvenuta lunedì mattina all’ora della merenda, fatta la questua delle monetine e racimolati ben 35 centesimi, con l’ipersalivazione attiva, sono completamente sbiancata davanti all’amara scoperta). Lo stesso dicasi per il cornetto del bar, la cassiera ha preteso qualche centesimo in più; sinceramente non ricordo l’importo del panino del pranzo, comunque vigendo un rigido sistema di monopolio, il negozio, che era già molto esoso prima di questa tornata di aumenti, non credo si sia lasciato sfuggire l’opportunità, quasi legittimata, di ritoccare i prezzi al rialzo. Ho scoperto, sfogliando i titoli dei giornali, che oggi è stato indetto, per fronteggiare tutti questi aumenti, anche lo sciopero della pastasciutta; non avendo approfondito la lettura spero che lo sciopero preveda solo di non acquistare pasta al supermercato, nei negozi, e al ristorante; però se la pasta è già in casa, credo sia lecito cucinarla senza troppi rimorsi di coscienza.
Sebbene il tono sembri alquanto cinico, non sono certamente cose da prendere sotto gamba. E così per fare risparmiare il povero essere umano sui consumi una mente superiore si è prodigata in pubblicazioni di libri, saggi e trattati su come vivere risparmiando.
Ora, non voglio tradire le mie origini, però se si vuole risparmiare sui consumi, non si comprano di certo cose inutili come appunto questi vademecum, che non fanno rivelazioni eccezionali, magari suggeriscono di non usare l’auto e preferire la bicicletta o una bella passeggiata. Ieri mi sono imbattuta su una delle ultime pubblicazioni pubblicizzate, che consigliava di usare un pappone di pomodoro, yogurt, cetrioli, uova da spalmarsi in faccia come sostituto della crema idratante, o di usare le grucce degli abiti come bastoncini per il barbecue. Senza dubbio consigli irrinunciabili, che faranno accumulare capitali su conti esteri.
Poco oltre, nella stessa presentazione, si vagliavano alcuni metodi sostitutivi per le colle; la solita pozione da preparare con sale, farina, acqua e altro; ma, gemma tra le gemme, albume d’uomo ottimo per incollare la carta. Un lapsus freudiano o un semplice refuso di stampa? Da oggi guarderò sicuramente l’uomo con occhio diverso.
Nessun commento:
Posta un commento