venerdì 26 ottobre 2007

Donne - ossia rapporti umani


Sembrerà strano leggere il titolo donne e poi vedere la fotografia di piedi, ma per tutto esiste una spiegazione.

Di questa settimana due notizie che sicuramente potrebbero cambiare l’esistenza di milioni di individui: “le donne (di successo) fanno paura agli uomini” (la parentesi è una mia licenza), e “donne, mare e libertà”. Uno dei tanti imperdibili trattati di sociologia da sala mensa, sostiene che le donne che impostano la loro vita sulla carriera spaventano gli uomini, che sentono messa a repentaglio la loro mascolinità, il loro naturale istinto di supremazia; di contro un fine pensatore della scena italiana, in un articolo ‘fuori stagione’, inconsapevolmente risponde alla provocazione descrivendo la dolce e remissiva disponibilità di molte donne sudamericane che esercitano la professione di assistenti sociali, all’interno di case d’appuntamento nei tanti paradisi del turismo.

Il filo comune della discussione sono ovviamente le donne, donne troppo ricche che fanno sentire gli uomini non a loro agio, donne troppo povere per potersi permettere di fuggire a situazione di vera e propria umiliante sottomissione. Mi sembra superfluo proseguire nei luoghi comuni: gli uomini hanno paura di prendersi delle responsabilità, o le donne italiane sono diventate troppo pretenziose; gli uomini vogliono la moglie che stia a casa e si prenda cura di loro, quando stanno male, mentre, sfoggiano l’amante in giro come un trofeo di caccia.

Quando si cerca di dare una descrizione del rapporto ideale tra uomini e donne ricordo solo volentieri la profonda saggezza di Massimo Troisi: uomini e donne sono le persone meno indicate per stare insieme.

Ognuno alla ricerca di un ideale che quanto più si scosta dalla realtà tanto più allontana i due mondi.

Però in tutti questi anni di vita, ho acquisito almeno una certezza. So quale aspetto della donna spaventa e terrorizza gli uomini: i piedi freddi a letto, tipici delle notti invernali.

P.S. Non conoscevo l’esistenza dell’articolo che narra di donne molto disponibili e molto tettute, ma per motivi che non posso raccontare, sono stata chiamata dal mio direttore, insieme alla sua segretaria, e ho dovuto subirne la lettura. Premesso che non si trattava di molestie sul posto di lavoro, e premesso che mi sarei dovuta in qualche modo occupare dell’articolo stesso, ho ascoltato la lettura non senza un certo senso di disagio, gli argomenti erano affrontati senza perifrasi, e non sapevo bene se ridere o rimanere seria, perché al momento non riuscivo a percepire se l’articolo indisponesse o compiacesse il lettore.

Neppure troppo sconcertata dai commenti del dopo lettura (ormai avevo capito il senso di compiacimento del lettore), sono tornata alla mia postazione, ma carica di dubbi dopo qualche minuto sono andata a cercare la segretaria, per chiederle se lei avesse capito il messaggio subliminale: devo farmi le tette più grandi o la mia carriera deve puntare ad altri lidi?


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