Si nasce tutti tabula rasa, e poi crescendo si sviluppano delle salde consapevolezze.
Da quando ho memoria, per me lo slogan “Falqui basta la parola” è stato sinonimo di lassativo.
Molto prima dei transiti intestinali lenti, degli intestini pigri e dei bifidus attivi, c’era il confetto falqui che accompagnato, nei passaggi radio e televisivi, da una sorta di musica charleston, allegra – andante (non poteva essere diversamente), ricordava cosa fare in caso di stitichezza. E sebbene non ne abbia mai fatto uso, sono cresciuta con questa consapevolezza; a volte, ho evitato anche di pensare alla parola stessa, temendo che fosse sufficiente a evocare strizzoni di pancia in momenti inopportuni.
Poi per caso e per sbaglio, vedo la pubblicità a tutta pagina, in realtà era difficile passasse inosservata, di un tubetto, tipo dentifricio, tricolore con su scritto una cosa del tipo “Falqui un nome una garanzia” che ho creduto fosse un prodotto sempre utile a una determina funzione o a una determinata area. Vuoi vedere che la falqui sta sperimentando nuove frontiere per i lassativi?
La comunicazione del prodotto non è avvincente, però un po’ la curiosità, un po’ le reminescenze dei tempi che furono, un po’ che non avevo niente di meglio da fare, leggo le indicazioni di uso del prodotto, e scopro, con delusione, che è solo una pomata contro le distorsioni, dolori muscolari, strappi ecc.
Eh, si stava meglio quando si stava peggio.
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