“Buone notizie per gli agricoltori liguri che coltivano il basilico. Grazie a nuovi agrofarmaci autorizzati dal Ministero della Salute, la battaglia della regione Liguria contro il più grave problema fitosanitario dell’ultimo decennio in Liguria si sta risolvendo”.
Così l’inizio di un comunicato stampa che mi è arrivato sulla mail di lavoro; ed io da ligure doc, seppur emigrata, e da sostenitrice senza pari della pasta al pesto, mi chiedo se le buone notizie per gli agricoltori siano buone notizie anche per i consumatori.
Questo il background: a partire dall’estate del 2003, il basilico, la tipica coltura ligure a Denominazione d’Origine Protetta che in Liguria offre lavoro ad un centinaio di Imprese, era stato oggetto di gravi attacchi di un nuovo parassita proveniente dal continente africano, la Peronospora. Il fungo si è rapidamente diffuso nel 2004 in Liguria, e si è esteso a tutte le coltivazioni di basilico italiane e del sud della Francia, causando perdite di produzione prossime al 100%.
Questa la notizia: un equipe composto dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Liguria, organizzazioni professionali agricole, Università di Torino ed il Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola di Albenga (Cersaa) hanno cominciato a lavorare insieme per risolvere il problema, e ha sviluppato un progetto mirato all’ introduzione di nuovi agrofarmaci, per attuare un’ adeguata strategia di prevenzione e di difesa contro il fungo ed altre fitopatie del basilico. Ed il primo importante risultato per i coltivatori di basilico liguri è stata l’autorizzazione da parte del Ministero della Salute di agrofarmaci innocui per fronteggiare il fenomeno.
Non sono un’esperta in agro farmaci (ho provato anche a cercare in rete qualche informazione in più sulla molecola anti-pernospora, ma le informazioni sono sempre poco chiare soprattutto a senso unico) però mi chiedo se il pesto del 2009 avrà lo stesso sapore e sarà privo di sostanze pericolose come quello degli anni passati.
D'ä mæ riva
sulu u teu mandillu ciaèu
d'ä mæ riva
'nta mæ vitta
u teu fatturisu amàu
'nta mæ vitta
ti me perdunié u magún
ma te pensu cuntru su
e u so ben t'ammii u mä
'n pò ciû au largu du dulú
e sun chi affacciò
ua 'stu bàule da mainäe
sun chi a miä
tréi camixe de vellûu
dui cuverte u mandurlin
e 'n cämà de legnu dûu
e 'nte 'na beretta neigra
a teu fotu da fantinna
pe puèi baxâ ancún Zena
'nscià teu bucca in naftalina
Dalla mia riva solo il tuo fazzoletto chiaro dalla mia riva nella mia vita il tuo sorriso amaro nella mia vita mi perdonerai il magone ma ti penso contro sole e so bene stai guardando il mare un po' più al largo del dolore e son qui affacciato a questo baule da marinaio e son qui a guardare tre camicie di velluto due coperte e il mandolino e un calamaio di legno duro e in una berretta nera la tua foto da ragazza per poter baciare ancora Genova sulla tua bocca in naftalina
mercoledì 11 febbraio 2009
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