lunedì 6 aprile 2009

Da gratta e vinci, a gratta che ti passa …

… della serie un’altra scoperta che potrà cambiarci la vita. La notizia è di ieri, ma secondo me non poteva essere omessa sulle pagine di questo blog. In America (ovviamente) a Minneapolis, il team del prof. Glenn Giesler, un simpatico dottore di mezza età dallo sguardo divertito, ha scoperto i neuroni del prurito. Ha scoperto cioè che se ci grattiamo la colpa, se così si può dire, è di una porzione della colonna vertebrale, quello spinotalamico, che si eccita e diventa iperattiva se la pelle viene a contatto con sostanze urticanti. Grattarsi, insomma, secondo il buon Giesler, sarebbe come dare qualche goccia di lexton a quest’area sull’orlo di una crisi di nervi.

“In uno studio condotto su uomini e primati, pubblicato su Nature Neuroscience è stato individuato la chiave del prurito in una particolare porzione della colonna vertebrale: il tratto spinotalamico. In questa zona, hanno osservato gli autori, i neuroni diventano iperattivi quando sulla pelle vengono applicate sostanze pruriginose. E gli studiosi hanno dimostrato che grattarsi aiuta perché "spegne" questi neuroni proprio quando il prurito insorge, e soltanto in quel caso. Se invece ci si abbandona al "grattino" anche in assenza di prurito, l'attività di questi particolari neuroni non viene inibita, ma rimane normale”.

Ora però questi geni di Minneapolis mi devono spiegare perché mentre cercavo di mettere insieme queste righe, mi è aumentato il prurito su tutto il corpo. Dalle mani, passando per il naso, arrivando ai capelli, scendendo lungo il collo e risalendo sopra l’angolo destro del labbro superiore, in meno di dieci minuti mi sarò grattata almeno ogni 20 secondi. Neuroni iper-eccitati? Cattiva qualità del tratto spinotalamico? Un caso da laboratorio?

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