venerdì 2 maggio 2008

Segreti e bugie


L’idea che sembra star dietro alla mossa di Visco è quella di un controllo sociale dal basso, di utilizzare un sistema circolare di gogna per generare riprovazione nei confronti degli evasori totali o parziali. Ma siamo veramente sicuri che tutto ciò aiuti l’efficacia delle politiche pubbliche di recupero fiscale? Pensa davvero il ministro Visco che il voyeurismo web per individuare quanto guadagna il dentista del piano di sopra o il dirigente d’azienda che-ha-appena-comprato-l’attico-che-volevamo-noi porti a una crescita dell’etica pubblica? O non al contrario all’incremento dell’invidia sociale e all’emulazione di comportamenti viziosi?

Peccato non aver fatto in tempo. A dare un’occhiata veloce ai redditi pubblicati on line.

La prospettiva di vedere le carte in tavola, sembra aver suscitato tanta indignazione, anche da parte di quella classe media che lamenta la difficoltà ad arrivare a fine mese (e qui mi sfugge il motivo dell’indignazione).

La mia unica preoccupazione, se così si può dire, è la vergogna. Perché in una società basata quasi esclusivamente sul profitto, il mio stipendio, quindi il mio valore, è veramente basso. Di contro, invece, sono molto orgogliosa di far sapere che con il mio misero stipendio, riesco, certo con diverse rinunce, a vivere con dignità.

Divulgare questo tipo di informazione è uno degli aspetti civili che questo paese omertoso e reverente dovrebbe adottare, alla faccia delle perplessità espresse da tanti giornalisti, una per tutte quella di Dario Di Vico sul Corriere della Sera, che ho riportato in apertura di questo post.

Certo ognuno ha il proprio metro di giudizio, il Di Vico si preoccupa di sapere quanto guadagna il dirigente che gli ha soffiato l’attico tanto desiderato, altri si chiedono come sia possibile così tanta disparità nelle retribuzioni.

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