Gli uomini, ma in verità anche qualche donna, non tutte e soprattutto esclusa la scrivente, in alcuni momenti si lasciano andare. O meglio lasciano andare dal loro corpo aria odorosa.
Come diceva Benigni, riferito a un’altra funzione fisiologica, …soprattutto è cosa umana, cioè non è una cosa vergognosa, ne tanto meno è il caso di reprimere gli stimoli. Però come in tutte le situazioni ci sono momenti e luoghi.
E il mio ufficio, decisamente, non è il luogo idoneo: è un piccolo acquario (definito da sole pareti di vetro), poco arieggiato e occupato da sole due persone. Situazione che esclude la presenza di un capro espiatorio.
Dal rientro della pausa pranzo, guardo negli occhi il mio collega che stava comodamente seduto sulla poltrona tutto indaffarato a tergiversare sull’uscita clandestina della sera precedente, e speravo che lo sguardo tra il severo e lo schifato fosse ragione sufficiente per un atto di contrizione. La reazione è stata uno sguardo di ammiccamento: “Capito ele!!, io esco tutte le sere con donne diverse che si litigano per me”. La mia risposta muta è stata quella di sostenere lo sguardo con un: “Forse perché non hanno avuto l’occasione di sentire gli odori che sei in grado di produrre”.
giovedì 27 marzo 2008
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