È un momento, lavorativamente parlando, difficile; un cambio al vertice dirigenziale, porta i dipendenti a strani giochi di potere interni. Nei corridoi sfrecciano pericolosi coltelli alle spalle e autodafè degni della santa (si fa per dire) inquisizione.
Per evitare abusi e overdose di malox e citogel, cerco di osservare la situazione con sguardo distaccato, assumendo un atteggiamento da saggio (qualche sera fa Luigi ha speso ore e ora del suo tempo ad insegnarmi esercizi di rafforzamento della volontà e del pensiero; ovviamente nessuno dei suoi insegnamenti è stato messo in pratica. Colpa mia, ma questi esercizi richiedono troppa fatica e costanza, qualità, quest’ultima, che manca da un po’ di anni dal mio vocabolario).
Tornando nel merito del disquisire, in questi giorni l’azienda ha superato la verifica ispettiva per il mantenimento della certificazione di qualità, ossia l’ufficio contabilità ha staccato l’assegno di qualche migliaia di euro per mantenere il bollino della qualità sulla carta da lettera e sui bigliettini da visita aziendali.
Per comunicare il conseguimento di un così importante risultato il responsabile qualità interno questa mattina ha mandato a tutti una comunicazione nella quale si ricordava che anche per quest’anno… l’avevamo sfangata. Una semplice mail di servizio, senza particolari messaggi subliminali, almeno così credevo.
Ma a stretto giro di email, come il susseguirsi di tuoni fulmini e acqua in un temporale, sono arrivate risposte da tutti i vari uffici, o come li chiamano da queste parti, che fa molto più figo, business unit.
È iniziato con un “complimenti per il lavoro svolto” dal sapore di una generica benedizione urbis et orbis anche se non si capisce bene in virtù di quale autorità conferita, seguita dalla risposta di un ufficio particolarmente piccato di essere stato il secondo a complimentarsi. E’ stata la volta di una congratulazione personale esplicitata in un “da me in particolare”, le solite manie di protagonismo; a cui ha fatto eco le congratulazioni “anche da un particolare ufficio” con ben 2 punti esclamativi (qui la gioia per l’evento dovrebbe essere stata particolarmente sentita).
E che gli altri possono essere da meno? Non sia mai, e di seguito altre risposte di felicitazione “a chi finalmente sa apprezzare gli ottimi risultati raggiunti” detto tra noi solo chi l’ha scritto riuscirebbe a dare una spiegazione comprensibile di quello che voleva dire, ma l’importante era esserci. Causa un piccolo contrattempo con conseguente ritardo nell’entrata dell’autore, la risposta delle risposte è stata divulgata solo alle 9,45 :“Faccio sentite congratulazioni anche dall'ufficio tal dei tali. Spero che questo positivo passo in avanti possa essere un punto fermo per uno sviluppo costante e produttivo dell'azienda”, seguito dalla firma cognome e nome, preceduta da un non passamaidimoda e puòsempretornarcomodo Dott.
Sono seguiti diversi “complimenti a tutti”, da e a porci e cani, per finire con un ermetico “un atto dovuto”.
Stupiti dal silenzio del mio ufficio c’è chi è venuto a chiedermi spiegazioni e chi mi ha addirittura chiamato lamentando la mancanza di un comunicato stampa adeguato da parte dell’ufficio comunicazione.
Così ho aperto l’icona scrivi di mozilla thunderbird, e facendo mie le lezioni di lessico ho iniziato a scrivere “ ‘sti cazzi (non usando in questo caso il diminutivo) dall’ufficio comunicazione”, un attimo di titubanza nel fare invio, durante il quale ho pensato all’affitto da pagare, e ho cancellato tutto.
martedì 11 marzo 2008
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