Il primo ostacolo che deve affrontare l’immigrato è sicuramente un ostacolo di tipo linguistico. Infatti, l’integrazione avviene solo nel momento in cui si acquisisce una certa padronanza della lingua del paese ospitante: la padronanza linguistica consente di confrontarsi, capirsi con i locali, e avere un certo peso all’interno della nuova comunità.
Però per quanto possa sembrare strano, la differenza linguistica non riguarda solo persone appartenenti a nazioni diverse. Così, almeno, è stato per me, quando mi sono spostata a Roma; nei primi tempi mi capitava di sentire cose per le quali non riuscivo a cogliere il significato preciso. Tutto iniziò con un “sta robba è un tajo” e fino a robba non mi serviva un grande sforzo immaginativo, ma tajo? che cosa voleva dire? che la cosa era positiva o negativa?
Da allora, ebbi coscienza che l’italiano non era affatto la nostra lingua comune, ma esisteva un gergo, che non era semplicemente il classico gergo dei giovani, delle tribù metropolitane, delle compagnie, ma un modo di parlare molto più diffuso e comune dell’italiano stesso, una lingua locale per iniziati, che separava gli oriundi da tutti gli stranieri.
Sebbene sia strano sentire libbro, sabbato, borza e sensibbile, la strada per l’integrazione passa per l’acquisizione della lingua locale. E così, a distanza di anni, nel mio vocabolario, anche se non eleganti, non solo per la loro brusca e schietta brevità, sono entrati due modi di dire indispensabile nella quotidianità cittadina: meco e stica.
Meco e stica sono un’abbreviazione ( è abbastanza intuitivo capire di cosa), e meco indica un senso di compiacimento, è una specie di però!!! elevato all’enne; stica, invece, può esprimere un senso di ribellione o un chissenefrega. Seppur assonanti, in merito agli attributi di riferimento, è essenziale non confonderne l’uso, valutando quale sia la forma più opportuna per ciascuna circostanza. Pena l’esclusione dal cerchio magico della comunicazione per iniziati.
P.s. Sempre a proposito di lessico, sta andando avanti la raccolta di materiale per la stesura di un dizionario illustrato di lingua quasi italiana, ispirato da una cara collega. Di oggi:
Mi sono persa di vista: c’è chi, per aprire le porte della percezione, ha fatto uso di sostanze psicotrope, c’è a chi è sufficiente cornetto e cappuccino.
mercoledì 5 marzo 2008
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