Ho fatto ponte. Il mio primo ponte dell’anno (considerando che il 2 maggio ero al pezzo). Tre giorni di assenza dal lavoro, una vera boccata d’ossigeno. In città tutti erano pronti da mesi, non particolarmente devoti (era il patrono di Roma), ma opportunamente pronti, ad affrontare questa mini vacanza d’inizio estiva si erano organizzati da tempo, chi al mare, chi alle terme, chi all’agriturismo, chi a mangiare. E infatti da sabato le città era semideserta. Io invece ho saputo solo venerdì sera alle 19 e sette minuti, per l’esattezza, che lunedì “volendo” (queste le precise parole) avrei potuto rimanere a casa. Peccato non averlo saputo prima, mi sono persa un po’ di cose a cui tenevo, però le dormite di questi tre giorni sono stati un’esperienza indimenticabile. Evviva i ponti, abbasso i “volendo”.
martedì 30 giugno 2009
giovedì 25 giugno 2009
L’acqua delle streghe
Da quando conosco Chiara, ormai diverso tempo, non passa anno in cui mi ricordi di preparare l’acqua delle streghe. Nella notte tra il 23 e 24 giugno infatti secondo la tradizione popolare le streghe vanno a spasso e raccolgono erbe da usare nelle loro pozioni magiche e nei sabba. Da praticante strega (non sono ancora iscritta al grande albo delle streghe), la sera e la notte del 23 giugno, dovrei andare in cerca di fiori profumati da mettere in bagno ed esporli ai raggi lunari. Non è una ricerca facile, in quanto trascorro la maggior parte della giornata nell’area più cementificata e meno verde della città, dove anche un filo di gramigna sarebbe salutato come un miracolo. Passo invece l’altra parte della giornata in un quartiere molto popolare, suddiviso tra pakistani, megrebini, e slavi che a loro volta si dividono in diverse etnie dai rapporti non sempre pacifici. E proprio nel quartiere il mio peregrinare a caccia di fiori nei giardini altrui nelle ore notturne sicuramente non passerebbe ignorato. Nonostante tutto fosse contro di me però anche quest’anno sono riuscita a rimediare: 1 fiore bianco di agapanthus, 1 geranio rosso, 1 garofanino bianco, 1 rosa rosa, 1 fiore bianco di oleandro, e un 1 fiore di gelsomino napoletano. Penso che la mia maestra possa essere orgogliosa di me.
La grande muraglia verde
Il progetto risale a diversi anni fa, da un’idea dell’ex presidente nigeriano, Olesegun Obasanjo: una fascia alberata larga 15 e lunga oltre 7 mila chilometri per cercare di arginare l'avanzata del deserto verso il sud dell'Africa. Una foresta artificiale, con 80 bacini idrici e l'introduzione di animali selvatici, che attraverserà Senegal, Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Nigeria, Sudan, Eritrea e Gibuti. Ieri a Bamako, nella capitale del Mali, è stata firmata la convenzione per la creazione dell'Agenzia panafricana che dovrebbe iniziare il lavori per la grande muraglia verde
martedì 23 giugno 2009
Nozioni di educazioni civica
Del perchè attraversare la strada sulle apposite segnalazioni stradali orizzontali (attraversamenti pedonali) e con il semaforo verde
A - "Fermati! Cosa fai non vedi che è rosso?"
B - "Ma non viene nessuno"
A - "Lo vedo, però per principio io attraverso solo con il verde perchè se mi dovessero mettere sotto voglio lasciare tanti soldi a mia figlia. Se invece attraverso con il rosso o fuori dagli attraversamenti, niente soldi"
C - "Quindi mamma devi fare testamento"
A - "Sei figlia unica, a cosa ti serve il testamento?"
B - "Vedi, non ci avevo mai pensato. Quindi mi consigli di attraversare solo sulle strisce"
A - "E con il verde!!"
B - "Con il verde, vero"
Ps. Questo filmato è divertentissimo
lunedì 22 giugno 2009
Donne Hiv e Hpv
Tutti ne sanno, tutti ne parlano, ma forse non a sufficienza. La regione Liguria domani distribuirà nei supermercati della coop, della conad e basko, 90 mila brochure informative dal titolo Donna Hiv e Hpv. Altre 35 mila copie saranno invece destinate ai consultori. L’iniziativa, secondo l’assessore regionale alla salute della Liguria, “nasce nell’ambito dell’azione di monitoraggio che la regione sta effettuando da qualche anno e che ha messo in rilievo il numero crescente di contagi per via sessuale e soprattutto l’abbassamento della percezione del rischio da parte delle potenziali vittime del virus in particolare donne che hanno maggiori possibilità di contrarre l’infezione durante i rapporti sessuali. Pertanto una chiara informazione per prevenire il virus da HIV riteniamo possa essere la cosa più importante per evitare il diffondersi della malattia. A questo si devono aggiungere le infezioni dovute al virus dell’HPV, il papilloma virus, che si contrae per via sessuale, anche in questo caso più aggressivo verso le donne, all’origine di molti casi di carcinoma alla cervice dell’utero e nei confronti del quale esiste una vaccinazione come metodo preventivo e il Pap test da raccomandare a tutte le donne”.
Il metodo “notte d’inverno”
Ieri mattina mentre stavo facendo colazione, sfogliando Io Donna sono riuscita a farmi andare di traverso l’attuale e i futuri pasti della giornata:terminata con attacco bulimico a base di ciliegie e smarties. La causa di cotanto dolore è stato un pezzo di Maria Laura Rodotà sul maschilismo, e in particolare sul maschilismo nell’ambiente di lavoro. Quanto è tristemente vera l’analisi che dallo sparecchiamento del tavolo, una metafora delle tante cose che ci si aspetta dalle donne, scivola verso la misoginia negli ambienti di lavoro. La Rodotà nella sua lista ha però, secondo me, dimenticato di citare il metodo “notte d’inverno”. In inverno, almeno in passato quando non era ancora diffuso l’uso dei piumoni, ogni volta che la temperatura si abbassava un po’ si era soliti aggiungere una coperta per contrastare il freddo. Alla fine dei mesi invernali si veniva a creare una sorta di stratificazione di coperte che stritolava chi avrebbe voluto semplicemente dormire alla giusta temperatura. Nei posti di lavoro succede più o meno la stessa dinamica. Alla struttura lavorativa si aggiungono “coperte” segnalate da qualcuno (di solito il qualcuno è la persona a cui ci si rivolge per cercare un qualche beneficio, ad esempio un nuovo e più lucroso appalto). Le nuove coperte diventano più pregiate delle precedenti, che spesso finiscono con l’essere spinte fra i piedi in fondo al letto. Coperta dopo coperta l’ambiente diventa ingestibile trasformandosi in un circolo vizioso di dipendenti di serie A, B, C, D… che si stratificano nel tempo e nello spazio dell'ufficio.
venerdì 19 giugno 2009
Correlazioni
Se da una parte c'è un gran parlare di escort e di giovani e belle signore che pretendono una parcella tra i 1000 e i 2000 euro per singole collaborazioni saltuarie e occasionali, dall'altra fa eco il dato diffuso dall'Istat sulla disoccupazione, 204 mila posti di lavoro in meno. Insomma se in Italia gli occupati nei primi tre mesi di quest'anno sono diminuti di quasi l'uno percento (0,9 per cento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, chi può cerca di far fronte alla disoccupazione ed a questo periodo di crisi mettendo sul mercato ciò che proprio il mercato cerca ed è disposto a pagare lautamente. E' risaputo che le donne da sempre tenute lontane dai posti importanti, tranne rare eccezioni, sono quelle che storicamente hanno mandato avanti l'economia minore, quella domestica. Non dovrebbe stupire più di tanto quindi che abituate da sempre a rimboccarsi le maniche, in questi periodi si rimbocchino qualcosaltro. Giuro, non è una critica moralista sul lassismo dei costumi, ma una semplice riflessione dal sapore economico-finaziario.
P.s. Ma i 1000 - 2000 euro sono al netto della ritenuta d'acconto?
mercoledì 17 giugno 2009
Il commesso del fornaio è filippino
Il commesso del fornaio è invece filippino (non come Adsu che viene dallo Sri Lanka, e non è un sostenitore delle Tigri Tamil).
All’ora di pranzo è velocissimo a soddisfare in tempi rapidi, senza troppe attese, i crampi della fame degli avventori. L’ho sentito parlare con i clienti in inglese, spagnolo e francese, oltre che ovviamente in italiano. È sempre sorridente e mette di buon’umore, soprattutto mette di buon umore la cantilena del suo parlare “buongiolno” “vuole altlo”. Oggi, in un momento di calma, mi ha chiesto retoricamente se sentivo il caldo.
“Come tutti, però ormai si tratta di fare il conto alla rovescia per le vacanze”
“Che belle le vacanze, anche noi chiudiamo per due settimane”
“Quindi torni a casa?”
Niente ritorno a casa per il commesso del fornaio: da un anno e due mesi il suo permesso di soggiorno è fermo. Non scaduto, fermo in questura. Per questo non può lasciare l’Italia, perché lui adesso è diventato clandestino, per colpa della burocrazia.
“Pensa da un anno e due mesi non ho neppure il medico della mutua”
Avrei voluto chiedergli come faceva con il lavoro, per il contratto, ma l’espressione della proprietaria seduta dietro alla cassa è stata molto più esplicativa di mille parole. Gli ho chiesto allora come faceva senza medico per le prescrizioni farmaceutiche o anche per un semplice controllo.
“Per gli stranieri extracomunitari è così”
All’ora di pranzo è velocissimo a soddisfare in tempi rapidi, senza troppe attese, i crampi della fame degli avventori. L’ho sentito parlare con i clienti in inglese, spagnolo e francese, oltre che ovviamente in italiano. È sempre sorridente e mette di buon’umore, soprattutto mette di buon umore la cantilena del suo parlare “buongiolno” “vuole altlo”. Oggi, in un momento di calma, mi ha chiesto retoricamente se sentivo il caldo.
“Come tutti, però ormai si tratta di fare il conto alla rovescia per le vacanze”
“Che belle le vacanze, anche noi chiudiamo per due settimane”
“Quindi torni a casa?”
Niente ritorno a casa per il commesso del fornaio: da un anno e due mesi il suo permesso di soggiorno è fermo. Non scaduto, fermo in questura. Per questo non può lasciare l’Italia, perché lui adesso è diventato clandestino, per colpa della burocrazia.
“Pensa da un anno e due mesi non ho neppure il medico della mutua”
Avrei voluto chiedergli come faceva con il lavoro, per il contratto, ma l’espressione della proprietaria seduta dietro alla cassa è stata molto più esplicativa di mille parole. Gli ho chiesto allora come faceva senza medico per le prescrizioni farmaceutiche o anche per un semplice controllo.
“Per gli stranieri extracomunitari è così”
A proposito di stage
A proposito di stage, la “mia” ex stagista mi ha mandato ieri sera un documento con la Carta dei diritti dello stagista. Leggendolo velocemente credo che sia disatteso il 95 per cento del contenuto.
Speriamo che sia femmina
Sono iniziati i colloqui per il nuovo stagista che da settembre rimpiazzerà l'attuale.
Sebbene non sia mia la scelta finale, lo stagista è mio, nel senso che mi viene messa a disposizione una persona per aiutarmi quando il lavoro sulla mia postazione esplode (praticamente sempre) o quando dovrei essere in due posti contemporaneamente. Lo stagista, inoltre, dovrebbe essere accompagnato alla professione dal direttore, che però si limita a fargli fare fotocopie, consegne in giro per la città, o missioni impossibili senza senso (riassumere in 30 righe un dossier in francese di 40 pagine, in un paio d'ore - riassunto che puntualmente non trova pubblicazione o un reale utilizzo). Lo stagista, infine, condivide con me i cazziatoni del direttore, quando ad esempio l'agenzia fa buco su una notizia, quando salta un'intervista, quando si è in ritardo su un lavoro, quando il pezzo è troppo personale e poco generale...
Finora si sono alternati due stagisti una donna e un uomo. Persone estremamente simpatiche e disponibili. La prima determinata dall'entusiasmo dei suoi 24 anni, il secondo più silenzioso ma efficiente. Nonostante la loro preparazione, le loro capacità e il loro modo di affrontare la notizia si equivalesse Il comportamento del direttore nei loro confronti è stato molto diverso.
L'atteggiamento mi ha dato nuovamente conferma di come sul posto di lavoro sia molto diverso il trattamento riservato agli uomini da quello attuato sulle donne, le famose dinamiche lavorative della sociologia del lavoro. Mentre con l'uomo si tende ad essere più indulgenti, meno aggressivi, (il comportamento umano ricorda quello dei cani in branco, che si annusano i reciproci genitali e si instaura quindi un sistema di quieto vivere, un sofferto patto di non aggressione), con le donne viene naturale usare sistemi di sopraffazione per mostrare la propria superiorità, il proprio potere, e la propria forza.
Con l'uomo, l'uomo tende ad essere più rispettoso e tollerante, anche se è una tolleranza sofferta, calcolabile scientificamente ed economicamente con l’aumentato uso di citrosodina e maalox. Forse per questo il mio direttore dice di preferire lavorativamente le donne.
Come dicevo all'inizio del post, oggi sono iniziati i colloqui per il nuovo stagista. Dei tre candidati arrivati questa mattina, tutte erano donne.
martedì 16 giugno 2009
Nello Zimbabwe i supermercati sono di nuovo pieni di cibo
…ma solo per i ricchi.
I supermercati di Harare, la capitale dello Zimbabwe, dopo che il paese è riuscito in qualche modo a tenere sotto controllo l’inflazione, sono tornati a riempirsi. Alle casse però c’è fila, neanche il sabato pomeriggio, perchè la maggior parte delle persone non può permettersi di comprare alcunché. Il cibo è un lusso, e anche se i negozi sono pieni di ogni bene, per gli abitanti di Chitungwiza, un quartiere popolare periferico di Harare, non cambia assolutamente nulla. Per loro quel cibo non esiste, o quanto meno, esiste sugli scaffali ma non sulle loro tavole. La nutrizione tipo di un abitante di Chitungwiza è te senza latte al mattino (ovviamente le intolleranze al lattosio non hanno niente a che vedere con questa scelta), digiuno a pranzo, e per cena zuppa vegetale.
La maggior parte di lavoratori guadagna sui 100 dollari al mese – la moneta locale è stata eliminata, e tutto si calcola in dollari o in Sud Africa Rands – ma la soglia di povertà è calcolata intorno ai 430 dollari, questo significa che già all’inizio del mese il lavoratore tipo ha un saldo negativo di meno 300 dollari, senza aver affrontato alcun acquisto. Ecco perché solo in pochi riescono a oltrepassare le porte scorrevoli dei supermercati.
lunedì 15 giugno 2009
Errata corrige
Ho commesso un grave errorre; ho scritto che la persona che mi ha riparato il motorino è filippino. Non sia mai, Adtsu, viene infatti dallo Sri Lanka. Oggi mia ha anche parlato della sua città, facendomi ripetere più volte il nome sino quando la mia pronunciare si è avvicinata al suono corretto. Mi ha raccontato che la sua città non è vicina al mare - chissà perchè sono sempre convinta che quando uno abita su un'isola deve per forza essere dirimpetto al mare - ma è circondata da tante piante verdi, e da alberi di banane. Sono tre anni che non riesce a tornare, ad agosto però quando il palazzo sarà chiuso, andrà finalmente in vacanza nello Sri Lanka con la moglie e i suoi due figli.
venerdì 12 giugno 2009
Lo zen e l’arte della manutenzione dei motorini
La faccia è sempre la stessa, una mix di espressioni tra l’incredulo, il trombato, lo stupito, il terrorizzato e il pensieroso. Sono queste, ne più ne meno, tutte le sensazioni che l’uomo medio prova quando è costretto a passare da un meccanico.
L’ho vista proprio pochi giorni fa stampata sul viso di una giovane donna mentre stava facendo partire il motorino appena ritirato dal meccanico. Ed è stato, sicuramente anche il mio qualche settimane or sono. È successo che una sera prima che cambiasse l’ora legale a metà della salita del diavolo mi si è inchiodato il motorino. All’improvviso senza avvertimenti. Ho provato a rimetterlo in moto ma ho ottenuto come risultato un rumore di ferraglie poco rassicurante. La scelta obbligata è stato spingerlo in discesa sino alla prima officina che vista l’ora era ovviamente chiusa. Questo preciso accadimento segna l’inizio di un’assidua quanto indesiderata frequentazione con il mondo dei motori.
Il primo meccanico, una sorta di filosofo zen, presta le sua opera dalle 9 alle 12,45 e dalle 15 alle 18,45, un orologio svizzero nel rispettare i ferrei orari da collegio. Gli faccio un resoconto dell’accaduto per telefono e dalle mie poche e confuse descrizioni fa una diagnosi precisa con tanto di preventivo e morale: non prima di tre giorni, perché i lavori si devono fare con cura. Batteria e candela nuova. Costo 30 euro.
Dopo neppure quattro giorni il motorino mi si ripianta in mezzo alla strada, alla faccia dei lavori fatti con cura. Con la gentilezza di un dobermann, telefono al meccanico-zen e per dirgli dell’accaduto. Risposta: ti sei ricordata di mettere benzina????!!!!!!!!!!! Il motorino ovviamente si è fermato anni luce lontano dalla sua officina, altrimenti avrei dato fuoco al meccanico e alla sua filosofia con la benzina che era dentro al serbatoio. Sono costretta così a lasciarlo al primo meccanico che trovo in zona, un omone brizzolato con mani grosse come badili. Secondo lui potrebbe essere il carburatore, però ovviamente deve studiare il caso. Ventiquattrore dopo la sentenza: a lui il motorino è partito subito, però potrebbe essere o il carburatore o la marmitta, un po’ come dire potrebbe essere lo stomaco o il tratto finale dell’intestino, deve quindi fare un controllo specifico. Altre ventiquattrore, 20 euro, perché il meccanicone ha “soffiato nel carburatore” e una sua alitata credo possa provocare uno tzunami anche nel carburatore di un jumbo, sempre ne abbia uno. Dopo aver saldato la prestazione d’opera, però mi avvisa che la cosa potrebbe riaccadere, che potrebbe essere un problema di umidità, o di difetto congenito. Parole che mi portano ad assumere quell’espressione tra l’incredulo, il trombato, lo stupito, il terrorizzato e il pensieroso.
La cassandra ci prende, dopo forse 3 settimane, stessa scena, stesso film, cinema diverso.
Il terzo meccanico non è un meccanico, è un filippino factotum, che fa il portiere nello stabile del palazzo dove lavoro. Mi sono rivolta a lui chiedendo se conoscesse vicino all’ufficio qualcuno in grado di guardarmi il motorino. Mi chiede di lasciargli le chiavi, in dieci minuti mi risolve il problema, senza troppi giri di parole. Mi ha spiegato che la candela non era avvitata bene, che il carburatore era sporco e che già che era con le mani in pasta ha dato una pulitina anche alla marmitta. Un piccolo miracolo per soli 10 euro.
giovedì 11 giugno 2009
Ken Saro Wiwa vs Shell
Ken Saro Wiwa era uno scrittore e autore televisivo nigeriano che si era fatto portavoce delle rivendicazioni delle popolazioni del Delta del Niger, in special modo della propria etnia gli Ogoni,nei confronti delle multinazionali del petrolio che prosciugano questa regione danneggiado le colture di sussistenza e l'ecosistema della zona. Negli anni ’90 fonda il Movimento per la sopravvivenza degli Ogoni, il Mosop, ma successivamente viene processato e arrestato un paio di volte.
A distanza di 14 anni dalla sua morte, avvenuta per impiccagione (Ken Saro Wiwa era stato accusato formalmente di aver incitato all’omicidio alcuni oppositori del Mosop) la società petrolifera Shell ha accettato di pagare 15,5 milioni di dollari per evitare di comparire in un processo davanti a un tribunale di New York, al quale si erano rivolti un gruppo di vittime dell’ex regime militare nigeriano, tra cui il figlio di Saro-Wiwa. Accusata di complicità con il governo dell’allora presidente Sani Abacha nella morte dello scrittore e di altri otto membri del Mosop, la Shell ha dichiarato di aver preferito un accordo economico per aiutare il “processo di riconciliazione”, negando tuttavia qualsiasi implicazione negli atti di violenza contro le popolazione del Delta del Niger.
Il vero smacco è che solo cinque milioni della somma potranno essere usati per progetti riguardanti la tutela e lo sviluppo della regione, il resto, infatti, servirà per pagare le spese processuali sostenute negli ultimi 14 anni.
venerdì 5 giugno 2009
Dimmi cosa mangi
È stata presentata oggi a Roma, l’edizione 2009 del rapporto Pesticidi nel Piatto, basato sui dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e laboratori zoo profilattici. I risultati però non sono per nulla incoraggianti infatti la situazione sembra essere peggiorata dallo scorso anno, dati che però sono sono contestati da Agrofarma, il cartello delle imprese che producono farmaci usati in agricoltura, secondo cui “dal 1997 al 2007 i prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo diminuiscono dell'8,2 per cento". Le analisi svolte dai laboratori pubblici provinciali e regionali hanno preso in esame 8.764 campioni, di cui 109 sono risultati irregolari, mentre su 2.410 campioni è stata rilevata la presenza di uno o più residui.
La frutta è la categoria più inquinata (una mela al giorno…), su 3.507 campioni di frutta, 81, il 2,3 per cento, sono irregolari con residui tossici al di sopra dei limiti di legge. Solo il 53,8 per cento della frutta che viene consumata dagli italiani è priva di residui chimici, e le mele, la famosa mela di Adamo ed Eva, guidano la top list della frutta più inquinata. Insomma dimmi cosa mangi, ti dirò cosa rischi.
Latitanza
In alcuni periodi è faticoso e difficile trovare un momento per scrivere anche solo due righe. Come comprimari di un film mal riuscito si vedono scorrere davanti agli occhi tante notizie, sempre le stesse, che per istinto si preferirebbe non vedere, tacere. E invece magari parlando vengono fuori, diventano quasi dei riempi-buchi nei momenti di vuoto, intanto tutti ne sanno qualcosa, e tutti vogliono, e hanno diritto, di dire la loro. E così mi sono quasi concessa un periodo di latitanza, o di presunzione silenziosa, perché non ho avuto il tempo di leggere e magari anche approfondire quei tanti argomenti, notizie, informazioni che sono relegati a riempire, ma solo a volte, i piccoli spazi che rimangono vuoti. In più, strano a dirsi, ho avuto l'impressione di non aver avuto neppure il tempo di pensare, o vedere gli aspetti quotidiani. Sono insomma rimasta intrappolata in un momento di apatia turbinosa e frenetica, che ha cancellato quasi ogni spirito critico e vitale. Per un po' ho pensato che potesse essere lo stato d'animo degli eremiti, che lasciano scorrere tutte le sensazioni terrene lontane da sè. Poi mi sono ricordata semplicemente che è solo l'inizio di uno dei tanti periodi mestruali.
lunedì 1 giugno 2009
Lotta al fumo
Il ministero della Sanità francese a settembre dovrebbe firmare un decreto per cui sui pacchetti di sigarette figurino delle foto che mostrino i danni del fumo sulla salute. L'Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato venerdì un appello a favore del potere dissuasivo di una simile strategia; e le autorità sanitarie francesi stanno scegliendo tra le 42 foto shock messe a disposizione dall'Unione europea.
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