martedì 16 giugno 2009

Nello Zimbabwe i supermercati sono di nuovo pieni di cibo


…ma solo per i ricchi.

I supermercati di Harare, la capitale dello Zimbabwe, dopo che il paese è riuscito in qualche modo a tenere sotto controllo l’inflazione, sono tornati a riempirsi. Alle casse però c’è fila, neanche il sabato pomeriggio, perchè la maggior parte delle persone non può permettersi di comprare alcunché. Il cibo è un lusso, e anche se i negozi sono pieni di ogni bene, per gli abitanti di Chitungwiza, un quartiere popolare periferico di Harare, non cambia assolutamente nulla. Per loro quel cibo non esiste, o quanto meno, esiste sugli scaffali ma non sulle loro tavole. La nutrizione tipo di un abitante di Chitungwiza è te senza latte al mattino (ovviamente le intolleranze al lattosio non hanno niente a che vedere con questa scelta), digiuno a pranzo, e per cena zuppa vegetale.

La maggior parte di lavoratori guadagna sui 100 dollari al mese – la moneta locale è stata eliminata, e tutto si calcola in dollari o in Sud Africa Rands – ma la soglia di povertà è calcolata intorno ai 430 dollari, questo significa che già all’inizio del mese il lavoratore tipo ha un saldo negativo di meno 300 dollari, senza aver affrontato alcun acquisto. Ecco perché solo in pochi riescono a oltrepassare le porte scorrevoli dei supermercati.

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