venerdì 22 febbraio 2008

Confusione

Se ovunque percepiamo coincidenze, è perché il cervello umano è resettato per cogliere l’ordine dal disordine e il senso dal nonsenso.
Stamani, mentre stavo facendo colazione, ho constatato l’avvenuto decesso, o meglio la mai vita, del mio nocciolo di avocado. Sicuramente per colpa mia ha vissuto momenti di estrema arsura, però anche lui non mi è venuto incontro.
La prima pausa caffè della giornata è coincisa con una breve passeggiata esterna e furto nel fantastico giardino della marrana. Chiara ha letto che la Nepeta, pianta abbondantemente usata come bordura nel fantastico giardino della marrana (così sono chiamate dai locali le poche aiuole che circondano i tre monoliti), ha effetti allucinogeni sui gatti, e stamani ha chiesto il mio aiuto per coglierne un mazzolino da portare ai suoi tre gatti.
A rebours, forse la nepeta ha effetto anche sugli uomini?, mi è tornato in mente un episodio di tanti anni fa, quando con Raffaele e alcuni suoi ex compagni di studio, nei boschi della Catalunia, un pomeriggio di settembre, abbiamo mietuto una piccola coltivazione di cannabis sativa, seminata dal Raffa e dai suoi ex colleghi qualche mese prima, come suggello della loro amicizia. Ricordo quel giorno come particolarmente spensierato, il classico giorno del cazzeggio universitario, quando non si sa bene cosa fare, ma si sta facendo comunque qualcosa.
Il viaggio all’interno della mia mente si sposta sempre più a ritroso nel tempo, e mi ricordo di un professorone, per la stazza e per la preparazione, dell’università, che durante una lezione di biologia molecolare, fece una digressione sociale, raccontando alla classe, di una ricerca svolta in Lunigiana sui libri parrocchiali. Anticamente in Lunigiana, terra estremamente povera, veniva coltivata in larga scala la canapa per uso tessile, e dai registri parrocchiali, dove erano segnate anche tutte le informazioni legati ai cicli della terra e della raccolta, risultavano registrati due periodi dell’anno particolarmente prolifici, che corrispondevano ai nove mesi dopo le due mietiture annue della pianta.
Quale sia il filo comune di tutti questi ricordi, oltre all’elemento botanico, non so spiegarmelo, molto probabilmente il mio cervello sta cogliendo un ordine nel disordine.

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