giovedì 14 febbraio 2008

Le regole del gioco


Mi sono imbattuta in un saggio molto interessante, e più procedevo nelle lettura più si faceva concreta l’impressione di un deja vù o deja sentù: le promesse fatte nelle varie campagne politiche.
Ho riportato il concetto, che seppur riferito a un altro contesto, trovo fondamentale essere ricordato, parola per parola, virgole incluse, da qui al prossimo 13 aprile.
Meditate gente, meditate!

“Queste regole hanno qualche cosa di arbitrario e il primo venuto, se le trova assurde o soffocanti, è libero di rifiutarle e dipingere senza prospettiva, scrivere senza rima né cadenza, comporre suoni al di fuori della regolamentare armonia. Così facendo, egli non sta più al gioco e contribuisce a distruggerlo perché, proprio come per il gioco, queste regole esistono solo per il rispetto che si porta loro. Negarle tuttavia, è al tempo stesso abbozzare i criteri futuri di una nuova perfezione, di un altro gioco il cui codice, ancora vago, diventerà a sua volta tirannico, imbriglierà ogni audacia e metterà nuovamente al bando la fantasia sacrilega. Ogni rottura che infrange un divieto codificato prefigura già un altro sistema, non meno rigido né meno gratuito”.
Roger Caillois - Les jeux et les hommes, 1967

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