Chissà se è vero che in America quando arriva un nuovo vicino gli si va a portare una torta per dargli il benvenuto?
Da poco meno di un anno sul mio stesso pianerottolo, nel portone di fronte al mio è venuta a vivere una ragazza, per ragazza intendo un elemento femminile dai 30 ai 40 anni. So che è una donna perché me lo disse il portiere l’ufficio informazioni condominiali, qualche mese fa; e dopo la sua venuta credo di averla incontrata forse, al massimo, tre volte, sempre di corsa, mentre una delle due stava rientrando o uscendo da casa, ma posso giurare che non avrei saputo dire se fosse stata bionda o mora, alta o bassa.
Abbiamo condiviso una parete, anzi ci ha separato un muro, neppure troppo spesso, perché io percepivo i suoi programmi televisivi o la sua radiosveglia che suona dieci minuti dopo la mia, ma senza sapere nulla l’una dell’altra.
Poi, stasera rientro a casa, e dopo qualche minuto sento che anche lei è davanti al portone di casa, sento che sta provando ad aprire, gira le varie mandate, diverse volte, tornando indietro, riprovando, sbuffando. Non avendo la sindrome della vicina dietro la porta, continuo a fare i fatti miei, andando avanti nel progetto di mettermi a fare una delle cose che più odio in assoluto e che continuo a rimandare, per la quale ho rinunciato a un cinema, cioè stirare le camicie e le magliette.
Stavo aspettando che il vapore si scaldasse e continuo a sentire dietro alla porta la vicina che gira la chiave, togliendola e mettendola nella serratura, penso di affacciarmi per vedere se ha bisogno di aiuto, controllando prima però di essere vestita in maniera dignitosa e non da profuga bosniaca.
Apro la porta, e lei subito si scusa per il rumore, ma non era mia intenzione lamentarmi per il rumore, e mi dice che non riesce ad entrare in casa, la porta è come fosse stata chiusa dall’interno. Metto a disposizione la mia abilità ma è veramente impossibile riuscire ad aprire la porta.
Il pianerottolo comincia ad affollarsi, varie consulenze, vari incontri con tanto di stretta di mano e piacere sono…, varie ipotesi, finché si delinea purtroppo la più concreta, nel fine settimana sono entrati dei ladri dalla finestra che hanno chiuso la porta dall’interno per lavorare indisturbati. Sicuramente non è stato un evento piacevole, ma per la prima volta ho conosciuto i vicini. Ho invitato Lucia, la vicina derubata, e altri due vicini a prendere un te in attesa che arrivassero i carabinieri, che sono venuti, solo pochi minuti fa, quando Lucia era riuscita ad entrare in casa e io mi ero messa in fine a stirare.
La vita di città porta a vivere ognuno chiuso tra le sue quattro mura, tutti presi dal proprio piccolo mondo, senza torte da condividere o bistecche sul barbecue da offrire ai vicini, poi una finestra forzata e una porta chiusa fanno conoscere la persona dell’appartamento di fronte quella che si sveglia dieci minuti dopo.
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