mercoledì 6 febbraio 2008

Lavorare stanca


In una giornata come questa andare a lavorare è un crimine contro l’umanità. Soprattutto se preceduta da due giorni di diluvio universale.
Comunque questa mia perplessità sull’opportunità o meno di andare a lavorare o starsene in giro per parchi e ville, nasce da un’altra considerazione: esiste un lavoro ideale?
O proprio in virtù del fatto che il lavoro non si chiama piccolo spazio pubblicità è destinato a penare l’esistenza dell’uomo ( mi viene in mente una battuta che mi è stata fatta qualche sera al telefono, perché avevo dovuto spostare un appuntamento, causa uscita posticipata dall’ufficio – il lavoro nobilita gli uomini e umilia le donne)?
Se dovessi descrivere il lavoro ideale metterei al primo posto l’affidamento delle competenze alle persone competenti. Ho sempre avuto l’impressione, invece, che le competenze, funzioni, o come dir si voglia, arrivando al popolare e chiaro posto, siano assegnati secondo un capriccio divino, imponderabile, inspiegabile, contro ogni logica e buon senso. Per inciso, di conseguenza eliminerei tutte le qualifiche, ma soprattutto dott., dott.ssa che alcuni dipendenti si fanno pre-impostare nelle e-mail aziendali, soprattutto se gli altisonanti titoli sono stati ottenuti mettendo insieme le figurine panini di goldrake, gig robot d’acciaio e heidi o stazionando all’università oltre 10 anni, tanto dopo c’è papà che conosce.
Democrazia. Se esiste l’obbligo di rispettare un comportamento (nella mia azienda si chiama codice aziendale e quando viene nominato mi viene da ridere perché per assonanza ricorda tanto il film Codice d’onore) e se il mancato rispetto porta a sanzioni, le sanzioni dovrebbero essere applicate a tutti. Non un giorno sì, e cento no, né tanto meno a questi sì ma a questi no.
Altro aspetto che ritengo importante è l’aggiornamento continuo, e non è che se uno è arrivato al lavoro con la terza elementare l’azienda deve farlo diventare ingegnere nucleare, ma l’azienda dovrebbe assumersi anche l’impegno di non far tornare il dipendente analfabeta, proponendo almeno qualche giornata di formazione; anche su come fare fotocopie migliori, con minor spreco di carta.
Flessibilità. Orari flessibili che se un giorno si finisce prima è possibile uscire prima piuttosto che rimanere in giro per gli uffici a perdere tempo o a scaldare la sedia, in attesa che suoni la campanella.
Non ho accennato alle retribuzioni, perché meriterebbe un discorso un po’ più approfondito, meno faceto, e per alcuni versi anche impopolare. Sarà per un’altra volta.

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