giovedì 13 agosto 2009

I tempi cambiano


Ho letto con invidia l’avventura di Sara al centro commerciale, dove tra carrelli della spesa e scaffali traboccanti di ogni bene s’incontrano persone impensabili.

Nello stesso giorno in cui lei è stata a fare la spesa, in un luogo popolare considerato la triste proposta aggregativa della periferia urbana moderna, io per un mezzo lavoro sono dovuta andare in Versilia, una località considerata per nulla popolare e destinata all’aggregazione vacanziera di un pubblico esclusivo. Prima di arrivare all’appuntamento un famoso hotel, mi sono fatta una passeggiata sul lungo mare, che quasi non ricordavo più e odorava di creme solari, profumi freschi e esotici, salsedine, cloro e pesce fritto, e la persona più interessante che ho incontrato è stato il parcheggiatore abusivo con il berretto alla braccio di ferro. Tutti il resto era semplicemente un’imitazione di costantini, briatori, coroni, accompagnati da giovani e meno giovani signore ricoperte di stoffe inguinali ma con tanto di stivali. Perché come dicevano gli antichi i piedi devono stare al caldo.

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