domenica 23 agosto 2009

L’ho rifatto

Qualche anno fa imperversava una canzoncina dal titolo I did it again, che può essere tradotto ci sono cascata nuovamente, l’ho rifatto. E io sono ricascata in una situazione che qualche anno fa avrei creduto impensabile e giudicata stupida: mentire sull’età, abbassare gli anni.

La prima volta è capitato quasi due mesi, stavo facendo anticamera ad una conferenza, quando parlando con un collega che aveva scoperto di aver trascorso le vacanze nei posti della mia adolescenza, mi ha chiesto a bruciapelo quanti anni avessi (senza alcun dubbio un gran cafone, perché alle donne da che mondo è mondo non si deve chiedere l’età). D’istinto, facendo un rapido calcolo sulla probabile età del fastidioso postulante, mi sono tolta 4 anni, tanto per fare un numero divisibile per cinque, e soprattutto per non esagerare, perché quando dovessi incontrarlo, mi devo ricordare della balla che gli ho raccontato, secondo l’ambiente è piccolo, e quattro anni in fondo non sono un peccano veniale. Comunque, seppur cafone, si è detto stupito delle mia età e che dimostravo cinque anni in meno; quindi facendo i conti della serva 5+4, 9 anni in meno. Non male.

La seconda volta è stato durante un viaggio in treno; ho diviso lo scompartimento con degli studenti liceali che tornavano da un campeggio, e parlando di viaggi vacanze e università, mi hanno chiesto “ma tu quanti anni hai?” (gli anni a quell’età è semplicemente un numero da 17 a 19, e non un numero da nascondere). Memore del commento del fastidioso postulante mi sono tolta senza vergogna 9 anni. Ovviamente si sono stupiti che potessero esistere persone così grandi con le quali interagire, però ancora di più si sono stupiti dell’età, “perché non pensavo che fossi così grande, avrei detto un paio di anni in meno” (a 17 anni due anni in più o in meno sono una generazione !!!!!).

L’ultima volta è accaduto pochi giorni fa, in realtà avevo iniziato con l’essere sincera, o quasi (mi ero tolta solo 1 anno), ma quando mi sono sentita dire “ma dai, mi prendi in giro” mi sono girate le scatole e così con una faccia di chi la sa lunga e che vuole mettere a dura prova il suo interlocutore, con naturalezza ho tolto gli anni necessari per far diventare il numero divisibile per dieci.

Insomma ci sono caduta ben tre volte, e mi sento in colpa. Però vorrei sapere perché è così importante conoscere l’età delle persone? E soprattutto perché diventa un’informazione sensibile e fastidiosa solo dopo una certa età? Forse la vecchiaia che incombe.

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