martedì 6 novembre 2007

Pelo e contropelo


Se con il precedente post avevo dato prova di quanto ero in grado di scendere in basso nei meandri dell’umana esistenza, con questo darò prova di come al fondo non ci sia limite (a proposito di meandri dell’umana esistenza, tra il riso e le lacrime, questa mattina una mia collega che ha la madre colpita da Alzheimer, mi raccontava che in questi giorni la madre ha iniziato a parlare dei colori dell’anima: la madre è convita di avere un’anima blu scura, quella della figlia è ancora in fase di determinazione; io mi attribuirei un’anima color indaco).
Ma non disperdiamoci in inutili panegirici, il menù di oggi prevede: la depilazione con il filo orientale.
Prima di entrare nel lasso spazio-temporale deputato al lavoro, mi faccio un bel giro di controllo delle mie mail, e questa mattina con ancora il sapore del caffè in bocca, leggo di questa nuova tecnica di estirpazione del pelo, e mi sono immaginata seduta sul pavimento intenta a farmi la ceretta con un filo interdentale. E’ stata solo un’immagine fotografica, perché ovviamente, come tutte le donne al mondo, sono perfettamente glabra nei famosi punti critici, e disconosco la funzionalità di rasoi, silkepil, cerette ecc., fatto è che mi interessava capire, per una mia più ampia cultura, e approfondire la notizia.
Quasi a metà articolo mi rendo conto che in realtà è il diario di un’apprendista estetista, una discepola che viene iniziata all’arte dell’estirpazione del pelo da una vecchia maestra orientale “avevo capito che la mia dedizione verso la ricerca del benessere andava oltre … e che la mia sensibilità di amante del naturale era molto spiccata”. Pura poesia, che racchiude insieme l’estetica e l’ontologia del pelo superfluo. Mossa da sì tanta delicatezza come resistere a una prova di depilazione trascendentale, il bulbo pilifero vissuto come un nuovo chakra, il pelo come un prolungamento cosmico della donna.
Sembrerà banale specificarlo ma il filo orientale richiede molta tecnica e pratica, e sa va sans dir non ha alcuna controindicazione. Nel diario la giovane apprendista annota lo stupore e la meraviglia della cliente ogni qualvolta applichi questa tecnica, incredule di come un semplice filo possa estrarre in maniera così precisa la radice del pelo e non provocare dolore.
Ho provato a capire come diavolo potesse succedere che un filo tolga un pelo e non so perché nella mia testa si apriva un viaggio mentale che partiva da mia mamma che taglia con un filo una torta da riempire con la crema, e arrivava alla voce odiosa di una persona che mi diceva che tento sempre di spaccare i capello in 4. E tra le righe del diario, ho scoperto, con mio sommo stupore, che il filo orientale è un semplice filo di cotone, però molto resistente. Le ultime righe di chiusura sono un’estrapolazione del diario, nel quale l’autrice (e chi meglio di lei?) declama la tecnica: “ Questo filo si mette fra le dita delle mani come una spirale ed una parte dello stesso è legata al collo di chi depila per poter fare leva ed estirpare i peli in qualsiasi parte del corpo si voglia operare.Esso ha il potere "magico" di estirpare il pelo dalla radice, portandolo nel tempo ad indebolirsi a tal punto da non farlo più ricrescere”.

La mia esaltazione mi porta a esclamare “Santa subito!!” però più laicamente propongo l’assegnazione del prossimo nobel per la scienza.

Per chi fosse interessato ad acculturasi questo è il link
http://www.bellezza.it/donne/est/inestet/destpel6.html

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