giovedì 30 luglio 2009

Dall’Africa all’Asia: l’infanzia negata


Nei giorni scorsi i militari pakistani si sono trovati davanti a un fenomeno di violenza inaudita: oltre 200 bambini fra gli 8 e i 13 anni malnutriti e malati rapiti dai talebani e addestrati per diventare baby-kamikaze, cioè terroristi suicidi da spedire conto il nemico o contro obiettivi civili. Secondo i militari, i bambini sono stati addestrati militarmente e sono stati sottoposti a “lavaggio del cervello”, tanto da inculcare nelle loro giovani e fragili sicurezze, l’odio nei confronti dei genitori, tanto da dire di volerli uccidere. Per avere maggiori informazioni sui bambini che vengono usati nelle guerre ho trovato il sito http://www.bambinisoldato.it/: “Mezzo milione di minori sono impiegati negli eserciti regolari e nei gruppi armati di opposizione in 85 paesi; più di 250.000 di questi prendono parte ai combattimenti in 35 paesi, e ben 120.000 solo nel continente africano”.

Qualche anno fa mi era invece capitato di presentare un reportage fotografico realizzato da Massimiliano Troiano dal titolo Sud Sudan (in qualche scatolone dei miei innumerevoli traslochi ho ancora sicuramente il catalogo che mi regalò), e per la prima volta ho sentito parlare dei bambini stregoni (les enfants sorciers) in Africa. In genere sono bambini piccoli, che difficilmente per molti motivi arrivano ai 12 anni, accusati dagli stessi familiari di esercitare poteri occulti. Questa loro prerogativa del tutto arbitraria, stabilita perché magari si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, li costringe a subire umiliazioni, violenze ed esorcismi. In genere sono allontanati dalle famiglie perché accusati di portare malattia, miseria, morte; vivono nelle strade, e rischiano di essere bruciati vivi, proprio come si faceva con le streghe 500 anni fa in Europa.
Ps. Ho scritto questo post dopo che questa mattina ho scelto come notizia da mettere in primo piano della liberazione dei 200 baby kamikaze, che ha risvegliato dalla memoria la storia dei bambini stregone.

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