mercoledì 30 gennaio 2008

Corsi e ricorsi

Questo fine settimana dovrò partecipare a un corso di formazione sulle nuove dipendenze; sarà sicuramente un weekend entusiasmante, visto che il corso contempla anche le intere giornate di sabato e domenica. E io che mi pensavo di fare non una, ma ben due belle dormite.
Esulando da quelli che dovrebbero essere i mie interessi nello specifico del corso dei prossimi giorni; che cosa crea dipendenze oggi?
Al primo posto metterei, senza ombra di dubbio, internet, non tanto il computer come strumento, ma proprio internet come applicativo. Sebbene riesca a vivere più di qualche giorno senza crisi d’astinenza alcuna, mi chiedo come abbiano potuto sopravvivere generazioni e generazioni di classe impiegatizia senza la repubblica e il corriere on line. Una vita d’inferno. Strettamente connessi a internet sono le e-mail in tutte le loro declinazioni, dalla e-mail classica, all’e-mail interna, arrivando agli instant messengers.
Al secondo posto il cellulare. Io fortunatamente appartengo alla generazione che, quando diceva di essere a casa dell’amica, i genitori si facevano qualche scrupolo a chiamare sul telefono di casa dopo una certa ora per indagare se ero veramente a casa o in giro; e appartengo, sempre alla stessa generazione, che i fidanzati chiamavano all’ora stabilita sul telefono fisso, e dopo, era terra di nessuno. Oggi, dopo più di dieci anni di cellulare, non sopporto quelli che mi chiamano senza un motivo preciso, quelli che mi chiamano almeno tre volte di seguito, e su via, se non mi va di rispondere non rispondo e non sono tenuta a dare spiegazione alcuna, quelli che dicono di avermi chiamato quando non è vero. Preferisco chiamare ai numeri fissi, usare la cara e vecchia cornetta, e parlare quando nessuno altro mi ascolta, eccetto la persona con la quale sono al telefono.
Terzo posto macchina/motorino. Nel palazzo dove abito ci sono famiglie composte da tre persone che possiedo tre macchine e tre motorini, con conseguente problema di parcheggio, e sceneggiate raccapriccianti che chiamano in causa sempre o il portinaio o l’amministratore: vicini che per dispetto si rigano le macchine a vicenda, o badanti che vengono lasciate durante tutto il giorno a custodia del parcheggio. E la mattina, quando percorro a piedi i 3 chilometri per raggiungere la navetta che mi conduce al lavoro, vedo tante persone ferme in fila dentro le loro lattine a motore, una persona una macchina, una persona una macchina, una persona una macchina, tutti in fila, anche per percorrere il giro dell’isolato.

Le soluzioni di come uscire da queste forme di dipendenze, ovviamente, dopo il corso formativo, altrimenti come potrei giustificare le mie alzatacce di sabato e domenica.

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