mercoledì 16 gennaio 2008

I want you



Ovvero come conquistare tanti uomini…..in pochi minuti, per l’esattezza quattro, in meno di 10 minuti, e come essere additata pubblica molestatrice dai restanti, che invidiosi, non hanno ricevuto le mie attenzioni. Un simile record, non si può improvvisare così su due piedi, ma necessita di una lunga e studiata preparazione.
Per tutti coloro che fossero interessati, magari in cerca dell’altra metà del cielo, riporto la preziosa sequenza da eseguire il più fedelmente possibile, ma solo se si ha intenzione di ottenere il risultato sopra riportato.
Il primo passo è di fissare un appuntamento, per motivi strettamente lavorativi, qualsiasi altro motivo non è valido, con un esemplare umano del sesso opposto, che deve essere rigorosamente sconosciuto e mai visto prima.
Le telefonate che precedono l’incontro servono per fissare la data e il luogo dell’incontro “no qui mi torna scomodo” “possiamo anticipare di 15 minuti” “e se invece ci vedessimo…”.
Dimenticavo, per chi non ne fosse dotato naturalmente, può essere utile fingere un accenno di prosopagnosia, cioè la scarsa capacità di riconoscere il viso delle persone, per dare una parvenza di non voluto al tutto.
Comunque, fondamentale è l’ultima telefonata, poche ore prima dell’incontro:
“allora cosa ne pensi se ci incontrassimo davanti alla feltrinelli alle 19?” (la feltrinelli alle 19, è forse il luogo più affollato della città)
“ottima idea”
“tu come sei?”
“bellissima, scherzo ho un cappotto nero e un ombrello rosso”
“facile”
“eh, eh”
“io ho i capelli lunghi, ma comunque hai visto le mie foto sul sito”
“sì, non è un problema (bugia), e poi sarai distinguibile: uomo con custodia di strumento musicale”
“vero, allora ci vediamo dopo”
“ok a dopo”
Alle 19 precise, inizia la caccia all’uomo.
In mezzo a una marea di persone e facce sconosciute, ho un primo attacco di panico, non mi ricordo assolutamente la faccia della persona che sto cercando.

Riordino le idee, da lontano mi sembra di vedere una persona che non può che non essere che lui,
lo guardo,
mi guarda,
lo guardo meglio,
mi riguarda e sorride,
mi avvicino, è lui, “ciao m.? sono elena” “no mi dispiace non sono m., sono antonio, però se ti fa piacere possiamo conoscerci”, eppure sembrava troppo lui.
Riprendo il mio giro di perlustrazione, guarda qua, guarda là, vedo un tizio anche lui in cerca di qualcuno, potrebbe essere, mi avvicino “m.n.?” “è la parola d’ordine per qualcosa?” “no, credevo fossi la persona con la quale avevo appuntamento” “allora, ti va se prendiamo qualcosa da bere durante l’attesa?” “௯ஔஜ un’altra volta”. Terzo tentativo, a un passo dalla tragedia, mi rendo conto che la persona che stavo fermando era una donna. Nulla di fatto, altra passeggiatina, avanti e indietro, quando mi fermo sento uno sguardo fisso su di me, l’avrei detto diverso, forse più…, non so, dalla foto mi sembrava diverso, sorrido, lui si muove verso di me, che signore “è un po’ che ti stavo guardando, sei di queste parti?”.
Ricevo un sms “sono all’entrata della libreria”, scappo. Piove e sulla porta, ci saranno una trentina di persone in cerca di riparo, guardo e l’unico che mi ricorda la persona che dovevo incontrare... ha la barba, strano non avevo fatto caso nella foto che avesse la barba, comunque stendo davanti a me una mano estremamente fredda e bagnata “finalmente m.n.” dall’altra parte un sorriso che mi dà sicurezza, è lui:“appuntamento al buoi?” “noooooooooooooooooooooooooooooooo”.
Dalle retrovie dell’entrata super affollata compare una figura che mi sembra aver già visto da qualche parte “Ciao sono m.n., tu sei elena, quindi?” “sì” un’isterica, adescatrice, con due dita d’acqua negli stivali.

Ripesandoci non è andata così male, quattro uomini in meno di 10 minuti non è da tutte.

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