lunedì 21 gennaio 2008

Dei destini ultimi




I bagni pubblici non sono sicuramente luoghi da sogno, però sono indispensabili.
I bagni pubblici creano sempre un po' di imbarazzo, in un ambiente nuovo non si sa dove siano, e non si sa mai a chi chiedere (ah fata, secondo te c'ho la faccio dell'uomo del cesso?).
I bagni pubblici non esistono, bisogna sempre andare a chiedere in qualche bar.
I bagni pubblici hanno sempre o la tazza piena di carta igienica appallottolata o l'acqua non proprio cristallina.

I bagni pubblici aziendali rispecchiano, né più né meno, l'azienda stessa.
Certo, i miasmi che escono dalla sala mensa, durante la pausa pranzo, o il tramezzino tonno e pomodoro quotidiano, è scontato, che da qualche parte trovino la loro naturale via d'uscita. E può anche succedere che un povero diavolo non riesca a tenere duro per dieci-undici ore.
Ma che il direttore si presenti nel mio ufficio, durante la fase digestiva, e che rivolto al mio collega, in cerca di solidarietà maschile, lo renda partecipe della preoccupante e reiterata situazione del bagno, mi sembra veramente troppo. L’accaduto da leggenda, da voce di corridoio, si è trasformato in una vera e proprio caccia al colpevole, con tanto di “Riconosco l’odore, è sempre lui”.
Come dicevo, i bagni pubblici aziendali rispecchiano l'azienda, o meglio ciascuno ha i bagni aziendali che si merita, quelli della mia sono pieni di mer…

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