martedì 15 gennaio 2008

La borsa e le chiavi

Dal titolo si potrebbe credere un racconto zen, niente di più lontano.
Mi sono sempre chiesta se il problema delle chiavi nelle borse sia un problema personale (mio) o universale che riguarda cioè più o meno tutti.
Ieri notte, ero sulla strada di casa, stavo rientrando a piedi e dall’altra parte della strada, sento e vedo delle persone che avevano bevuto un po’ troppo, ho pensato che sarei stata più al sicuro oltre il click del cancello, e senza compiere movimenti bruschi, allungo la mano nella borsa che porto a tracolla, per cercare le chiavi del cancello e di conseguenza quelle di casa.
Scontato affermare che non le abbia trovate, e che una volta davanti al cancello, mentre in testa era iniziata la proiezione dei trailers di tutti i film dell’orrore degli ultimi 20 anni, abbia dovuto svuotare la borsa oggetto per oggetto, chiamando in causa tutto il turpiloquio di cui sono capace, e che le chiavi siano state l’ultima cosa esatta che ho trovato.
Le chiavi sono sempre stato un problema di famiglia, che penso di aver ereditato direttamente per linea materna da mia nonna, che, nel periodo d’oro, aveva una media di un mazzo di chiavi perso ogni 20-30 giorni, è stata azionista di alcuni falegnami, che venivano interpellati all’occorrenza, e del ferramenta del paese.
Tutto sommato non mi ricordo di aver perso molte chiavi, però mi è capitato più volte di chiudere la porta di casa lasciando le chiavi all’interno, dimenticate sul tavolo o dentro la tasca del cappotto, che dovevo indossare e poi per un cambio di programmi non ho messo. Queste tristi esperienze mi hanno portato a imparare un mantra da recitare ogni volta che esco di casa “Chiavi, chiavi, ohm, inspirare, espirare; chiavi, chiavi ohm, inspirare, espirare; chiavi, chiavi ohm..” e devo dire sembra dare buoni risultati.
La mia afflizione sono le chiavi in quanto tali dentro alle borse in quanto tali.
Ho pensato di eliminare, in successione, diverse tipologie di borsa, attribuendo a queste la causa delle mie disperazioni: zaino, borsa media capienza, borsa media capienza con tasche, busta di plastica, busta di stoffa, borsa piccola capienza, altra borsa piccola capienza, borsa capienza infinitesimale.
Lo zaino è stato soppresso a causa dei troppi spazi, troppe tasche, taschine, cerniere, e aveva l’aggravante di essere nero, di giorno oltre alle chiavi nascondeva anche tutto il resto, di notte era impossibile usufruire dello spiraglio di una luce riflessa di qualche lampione.
Per quanto riguarda le borse di media capienza, in una le chiavi avevano preso l’abitudine di nascondersi dentro all’agenda, o tra i fili dell’auricolare del mp3, nell’altra avevo deputato a sacra custodia delle chiavi una tasca chiusa con tanto di zip, quest’idea di logistica è rimasta insita nella mia persona per circa una settimana, dopo è iniziato il periodo anarchico insurrezionalista, una continua lotta, alla ricerca.
Ho sperimentato il periodo minimalista, modello busta della spesa. E posso certificare che non funziona, le comuni buste di plastica si tagliano, una volta ho scoperto, in extremis, che le chiavi stavano fuoriuscendo, silenziosamente, da un taglio laterale; le buste di stoffa presentano invece due handicap, sono profonde, tanto che il braccio sembra inghiottito in un buco nero durante la ricerca, e in più si scuciono, ripresentando il vizio del modello in plastica.
Le borse di capienza piccola e infinitesimale, anche loro hanno l’abitudine di nascondere le chiavi, e poi sono completamente inutili, perché tutte le volte nasce il dilemma, porto l’ombrello o l’agenda? Mp3 o burro cacao?
Per capire la gravità della situazione, è esemplificativo un esempio, una sera, prima di tornare a casa dal lavoro sono passata a fare la spesa al supermercato, uscita con due buste piene e pesanti mi sono diretta verso casa; lungo il cammino ho pensato che non avrei avuto assolutamente voglia di mettermi a cucinare, e così mi sono fermata in pizzeria. Mentre aspettavo che la mia funghi senza mozzarella cuocesse, mi è balenato un pensiero razionale: sarebbe saggio prepararmi con le chiavi di casa pronte all'uso. Così dopo la solita manfrina della ricerca nella borsa, le trovo e le metto nella tasca del piumino. Riprendo le mie buste, mi carico il cartone della pizza, arrivo davanti al cancello di casa, allungo la mano nella tasca destra, non le trovo, non demordo, con la stessa abilità del giocoliere, faccio passare le buste e la pizza sull’altro braccio e sull’altra mano, cerco nell’altra tasca. Niente. Cioè non niente, un insieme di oggetti che mi nascondono le chiavi e me ne impediscono l’estrazione.
Una tragedia; ripensandoci mi sale la stessa rabbia e le stesse lacrime di stizza.
Per farla breve ho dovuto posare le borse per terra, creare una specie di piano d’appoggio per il cartone della pizza, recitare il mantra "Chiavi, chiavi, ohm, inspirare, espirare; chiavi, chiavi ohm, inspirare, espirare; chiavi, chiavi ohm..”che si dice funzioni anche in questi casi, e procedere nell’ispezione.

1 commento:

Sara ha detto...

Io perdo le chiavi, parlo di quelle di casa, in media una volta al giorno. Mi arrabbio furiosamente con gli astanti (marito, suocero, cane, gatto etc) e inveisco più in generale contro il genere umano, motivando pure la questione con taluni rimandi al peccato originale.
Peccato che le chiavi non siano munite di una suoneria, come il cellulare, che quando lo perdi, ti chiami da sola e gli altri ti vedono girare per casa con il cordless e ti dicono "ti suona il cellulare!". Certo, lo sto cercando! Fortuna che suona!