giovedì 3 gennaio 2008

Piccoli equivoci senza importanza

Succede sempre così, stai sgranocchiando un pezzo di torrone, bianco con le mandorle, e ti chiama il direttore.
Il cestino sotto la mia scrivania ha raccolto lo poltiglia biancastra che avevo in bocca, lo so è una scena raccapricciante, le occhiatacce dei colleghi hanno sottolineato la mia riprovevole azione.
Ma non è stato sufficiente, infatti, nonostante la sorsata d’acqua, trangugiata, dopo deviazione strategica, davanti al bidone dell’acqua, tra gli incisivi sono rimaste tante bricioline di mandorle.
Le sento con la lingua, sembrano gigantesche, provo, sempre con la lingua, che strumento fantastico, a toglierle, a spostarle. Ma niente sembrano incollate.
Non sono sola, e non posso mettermi le dita in bocca, e la tecnica del bordo di foglio passato con indifferenza sulle labbra, è troppo sputtanante.
E così, entro nella stanza, con i denti sporchi. Unica soluzione rimanere seria, non sorridere mai, tanto meno ridere. Ma pensandoci bene, c’è poco da ridere.

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