lunedì 25 maggio 2009

Il lavoro che non c’è

Negli Usa l’aumento del tasso di disoccupazione sta causando un incremento del numero delle insolvenze, tra i titolari di mutui: mentre gli esperti prevedono che di qui a breve la quota dei disoccupati salirà in doppia cifra, sono sempre più numerosi i proprietari di abitazioni che, rimasti senza lavoro, non sono in grado di pagare la rata del mutuo. L’ultimo capitolo del dramma immobiliare in corso negli Stati Uniti, ha come protagonisti non i titolari dei subprime, ma cittadini “storicamente” stabili dal punto di vista finanziario, che proprio a causa della crisi economica stanno iniziando ad avere problemi con il lavoro e quindi con le rate del mutuo. “La disoccupazione, l’impossibilità di effettuare straordinari, il passaggio forzato dal tempo pieno al part time stanno provocando numerose insolvenze – spiega l’economista di Moody’s, Mark Zandi – e questo sta accadendo da un capo all’altro degli Stati Uniti”.

In Russia la disoccupazione ha toccato il livello più alto del decennio mentre il risparmio ha preso il posto del consumismo. È quanto emerge dagli ultimi dati del Rosstat, il servizio federale di statistica. Il numero dei disoccupati ad aprile ha raggiunto i 7,7 milioni su una forza lavoro complessiva di 75,2 milioni di persone, con un tasso, quindi, del 10,2 per cento. Circa tre milioni di lavoratori hanno perso il posto dalla scorsa estate. La distribuzione ha segnato un -5,3 per cento, il terzo calo mensile consecutivo dopo nove mesi di crescita. I consumatori russi, un tempo noti per l'esuberanza delle spese, stanno diventando più frugali. La produzione industriale si è contratta del 17 per cento rispetto ad aprile 2008. L'economia nazionale ha subito una flessione a causa dei prezzi petroliferi più bassi e del minore accesso a capitali a breve termine. Il primo ministro, Vladimir Putin, ha detto più volte che la crisi durerà poco e che il prodotto interno lordo riprenderà a crescere l'anno prossimo. Alcuni esponenti di governo, tuttavia, come il ministro delle Finanze, Alexei Kudrin, hanno avvertito che , nonostante la risalita delle quotazioni del greggio e l'apprezzamento del rublo, la crisi potrebbe essere più lunga del previsto.

E
in Italia, cambia la geografia di colf e badanti. Non più "signola cosa plepalo pel planzo". Con la crisi le domestiche sono “prevalentemente sposate, separate o ve­dove, di età superiore ai 40 anni. Svolgono lavori domestici a ore, alcune si de­dicano agli anziani ma non in forma di co-resi­denza” e 1 su 4 è italiana.

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