L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha lanciato un allarme: lo stupro è usato come strumento di guerra nella regione del Kivu del Sud.
Nella regione orientale della Repubblica Democratica del Congo sconvolta da 5 anni di guerra si è scoperto che gli stupri a donne e bambine vengono utilizzati sistematicamente come "arma di guerra" da entrambe le parti in lotta. A darne notizia è stata Elisabeth Byrs, portavoce dell'ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu: "Il nostro deve essere considerato come un vero e proprio grido d'allarme. Siamo scandalizzati per la situazione del Sud Kivu, dove si può constatare una recrudescenza delle violenze sulla popolazione civile, con uccisioni saccheggi, stupri. Questi ultimi sono ripresi con una frequenza drammatica e vengono utilizzati come arma da guerra".
La guerra nella regione del Kivu è iniziata nel 2004 e mai terminata. Nel maggio 2004 le truppe ribelli di Laurent Nkunda occuparono la città di Bukavu, insieme a milizie Tutsi scontrandosi con l’esercito della Repubblica Democratica del Congo. Nkunda dichiarava ufficialmente di esigere un'azione preventiva e un aiuto contro una nuova possibile repressione dei Tutsi da parte degli Hutu dopo il genocidio ruandese. In realtà Nkunda occupò importanti zone minerarie, e il parco nazionale di Virunga.
Attualmente Nkunda, arrestato nel gennaio 2009 e in attesa di essere estradato in Congo, è indagato dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra, ed è stato accusato da Amnesty International di aver usufruito nei suoi attacchi anche di bambini soldato.
Nessun commento:
Posta un commento